L’affondo di Cuffaro a D’Alia: lo smemorato mi deve molto
L’ex governatore: “Dopo il mio ingresso in carcere di lui ho solo letto della sua presa di distanza dal male che io ero diventato”
Totò Cuffaro torna a far sentire la sua voce. Questa volta nel mirino dell’ex governatore della Sicilia c’è l’ex compagno di partito, il centrista Giampiero D’Alia che nei giorni scorsi si era scagliato contro Cuffaro. Da qui l’affondo dell’ex presidente della Regione Siciliana: “L’ultima volta che mi sono interessato di D’Alia e’ stato quando, nel 2008, ero gia’ stato condannato in primo grado, e da capolista al Senato ho fatto si che la Sicilia fosse l’unica regione dove l’Udc superasse il quorum ed eleggesse tre senatori tra cui lo stesso D’Alia che era dopo di me. Poi ho contribuito in maniera determinante a fare il gruppo al Senato insieme ad Andreotti e agli amici Trentini e Valdostani per far si’ che D’Alia facesse il presidente del gruppo”. L’ex governatore ha scontato quasi cinque anni a Rebibbia per favoreggiamento alla mafia. “Dopo il mio ingresso in carcere – aggiunge – di lui ho solo letto sui giornali del suo disgusto e della sua presa di distanza dal male che io ero diventato – ed in questo era in buona compagnia, per la verita’ – e del suo abbraccio alla sinistra di Crocetta e Lumia. Prendo atto della cattiva memoria di Gianpiero D’Alia: per molto tempo sono stato buono, poi sono diventato cattivo. Cose che succedono. Non credo debba dedicare il mio tempo a dar sfogo a risentimenti che non ho nei confronti di nessuno. In politica e’ gia’ difficile avere sentimenti figuriamoci risentimenti. Mi dedico oggi alla mia famiglia, alla quale ho fatto pagare un prezzo altissimo, ai miei amici e al ritrovato respiro lungo e libero della vita. Non se ne dolga D’Alia”.