Un richiamo dei vescovi alla politica che “non ha fatto bene il suo lavoro”. Perché l’Italia “non è un paese normale” se la politica abdica dalle sue funzioni per delegarle ad un altro potere come quello giudiziario. E allo stesso tempo, il segretario generale della Cei, Monsignor Galantino auspica che la stessa politica, prima di pensare a un possibile ritorno alle urne, rifletta perché “chi è incaricato e pagato per far funzionare il sistema politico non sa farlo mentre ci sono altre persone che lo stanno facendo al posto loro”. L’affondo dei vescovi è duro. E Arriva nel day after alla sentenza della Consulta sull’Italicum che, in pratica, non cambia le posizioni delle diverse forze politiche, con Pd, M5S, Lega e FdI che chiedono un ritorno rapido al voto e Forza Italia, centristi, Sinistra italiana e minoranza dem che frenano e insistono sulla necessita’ che sia il Parlamento ad intervenire per dar vita a una nuova legge elettorale.
GRASSO Sul tema legge elettorale interviene anche la seconda carica dello Stato, per ribadire la necessita’ che le Camere svolgano il loro ruolo. Pietro Grasso vede come necessaria l’intesa tra i partiti sulla legge elettorale, che non solo e’ possibile, “ma deve esserci”. Il Parlamento “si deve pronunciare certamente”. La linea indicata dal presidente del Senato va nello stesso solco tracciato dal Capo dello Stato: avere due leggi omogenee per l’elezione delle Camere “e’ funzionale a che si raggiunga una maggioranza che sia omogenea, armonica, che garantisca la governabilita’”, ha spiegato Grasso, convinto del fatto che “quando c’e’ la volonta’ politica i tempi si abbattono, se non c’e’ e’ chiaro che si allungano”.
GRILLO E IL COLLE Chi cerca di accorciare il piu’ possibile la durata della legislatura e’ Beppe Grillo, che chiama in causa Sergio Mattarella e invoca un suo intervento sui partiti affinche’ si mettano d’accordo per rendere applicabile l’Italicum rivisto e corretto dalla Consulta anche al Senato, altrimenti si torni immediatamente al voto, e’ la posizione del leader 5 Stelle, che in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica spiega: “il Paese e’ arrivato al limite della sopportazione. Questo governo e’ completamente immobile, cosi’ il Parlamento. Questa situazione non puo’ andare avanti a lungo”. Dunque, per Grillo l’unica soluzione e’ che Mattarella “o scioglie immediatamente le Camere, o esorta tutte le forze politiche a seguire il MoVimento 5 Stelle nella rotta anche da lei indicata e applicare il Legalicum al Senato, in modo da avere un’armonizzazione effettiva delle leggi elettorali tra le due Camere”.
PRODI Anche l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi rileva le difficolta’ che sta vivendo la politica in Italia: “Siamo di fronte a una frammentazione della societa’ italiana con una sostituzione del Parlamento e del Governo da parte di una serie di soggetti esterni: la magistratura, i presidenti della Repubblica, e adesso la Corte Costituzionale”. Prodi, che non commenta la sentenza nel merito, non nasconde pero’ il suo favore per un determinato modello elettorale: “Il proporzionale andava bene un tempo. Oggi mi oriento su collegi uninominali il piu’ possibile piccoli”. Per il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato “il sistema uscito dalla Consulta consente di andare al voto subito, ma siccome all’assemblea del Pd all’unanimita’ avevamo votato il Mattarellum in pochi giorni i partiti ci dicono subito si’ o no altrimenti si puo’ andare con questa legge”.
CALENDARIZZAZIONE Intanto, in Parlamento Area popolare – contraria a un immediato ritorno alle urne – prende l’iniziativa e annuncia: “chiederemo l’immediata calendarizzazione della discussione sulla legge elettorale in commissione”, riferisce Maurizio Lupi. Anche la minoranza dem frena sull’ipotesi elezioni in primavera: “Stiamo attenti ragazzi a costruire tranquillamente degli appuntamenti elettorali. Andare in modo freddo e astratto verso degli showdown potrebbe essere rischioso”, mette in guardia Pierluigi Bersani. E Roberto Speranza avverte sui rischi di un ritorno al proporzionale puro: “significa che per fare un governo bisognera’ fare le larghe intese e io questo scenario lo voglio evitare”. Invita alla calma Giuliano Pisapia, l’ex sindaco di Milano a cui potrebbe guardare Matteo Renzi per un’alleanza a sinistra in vista del voto: “prima serve una legge elettorale omogenea”.
FI Tra i sostenitori del passaggio parlamentare si schiera Forza Italia: “Facciamo una discussione seria e in poco tempo possiamo approvare una nuova legge elettorale” armonica tra i due rami del Parlamento, “l’importante e’ che ci sia l’accordo politico”, sostiene il capogruppo azzurro Paolo Romani. Secondo Sinistra italiana “il Parlamento puo’ andare nella direzione di una legge di impianto proporzionale che metta definitivamente in archivio la stagione del ‘governo del capo’”, affermano i capigruppo Scotto e De Petris.