Un minuto di silenzio è stato osservato nel teatro Biondo a Palermo, dove centinaia di studenti delle scuole superiori hanno partecipato alla giornata di commemorazione dell’omicidio mafioso del segretario regionale del Pci Pio La Torre e del suo autista Rosario Di salvo, il 30 aprile ’82. All’iniziativa organizzata dal centro studi che porta il nome del politico, presenti i figli di La Torre, Tiziana e Franco, e tra gli altri, il presidente della Commissione nazionale antimafia Rosy Bindi, il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, il governatore siciliano Rosario Crocetta, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, e l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. “Per me ogni giorno è il 30 aprile – ha detto Franco La Torre -. La mafia nega molti diritti, dobbiamo combatterla e contrastarla, tutti i giorni”. Poi l’affondo a ‘pezzi’ dell’antimafia. “Se io fossi un mafioso mi farei la mia bella associazione antimafia perché conviene. Farei antimafia – ha puntellato – perché mi consentirebbe di parlare male di chi fa antimafia veramente, perché ne avrei titolo. E magari rimedio pure qualche euro. Perché no?”.
“L’antimafia che agisce tutti i giorni – ha aggiunto – e’ un’antimafia sociale e ha i suoi limiti che sono resi piu’ evidenti dall’assenza degli altri; se ci fosse un ‘coro’, si limiterebbe l’impatto di certe distorsioni”. E poi nell’evoluzione del fenomeno mafioso “c’e’ anche il fatto che la mafia si fa antimafia. Una certa antimafia di facciata nasconde interessi corruttivi: non sono io il presidente della Camera di commercio che chiede 100.000 euro a un esercente dopo essere uscito da un convegno sulla corruzione”, ha proseguito ricordando la vicenda dell’ex presidente di Confcommerio Palermo Roberto Helg. “Il mondo imprenditoriale non e’ attivo, non e’ determinato, i siciliani lo sanno – ha detto ancora Franco La Torre -. Figure importanti dell’organizzazione d’impresa hanno profili un po’ opachi”. Non solo. Chi ha responsabilita’ politiche “sembra ricordarsi del contrasto alla mafie, della loro esistenza, solo in giorni come questo, nelle ricorrenze”.