L’affondo di Mori: in Italia non c’è cultura dell’intelligence

IL LIBRO Più che critico l’ex capo dei servizi segreti: “Si pescano risorse prevalentemente tra le forze di polizia mentre non lo si fa affatto nelle università”

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“Sono stato uno dei direttori piu’ longevi del servizio ma nulla in confronto alla mia omologa del Servizio britannico, in cui ha prestato servizio per oltre 35 anni. Purtroppo in Italia non c’e’ la cultura: si pescano risorse prevalentemente tra le forze di polizia mentre non lo si fa affatto nelle universita’”. Lo ha detto Mario Mori, ex generale dei carabinieri e capo del Servizio segreto civile dal 2001 al 2006, espressa nel corso della presentazione del suo libro dal titolo “Servizi segreti – introduzione allo studio dell’intelligence” (edito da G-Risk), alla Feltrinelli di Palermo. Mori – che nel libro spiega l’utilita’ dei servizi di intelligence gia’ sperimentati a partire dai Sumeri e dall’impero Romano – ritiene che “i Servizi americani valgano poco, ottengono risultati perche’ in possesso di un budget indefinito e di risorse umane ingenti. Mentre molto efficienti – ha aggiunto – sono quelli francesi, il Mossad israeliano, MI5 e MI6 britannici”.  Circa le vicende giudiziare “preferisco esprimermi solo nelle aule di giustizia e penso di farlo, fin qui, molto bene, fin qui vittorioso…”