Alla Bce “non abbiamo finito” con i rialzi ai tassi di interesse. E per riuscire a far abbassare l’inflazione “è ben possibile che serva portarli a livelli restrittivi”. In sintesi è il messaggio lanciato dalla presidente della Bce, Christine Lagarde nella sua audizione trimestrale al Parlamento europeo. Mancano due settimane al prossimo Consiglio direttivo monetario, il 15 dicembre, da cui è atteso un nuovo aumento sul costo del danaro e anche i primi elementi sulla futura riduzione degli stock di titoli, prevalentemente pubblici, accumulati dalla Bce. La presidente tuttavia, per le modalità con cui si è espressa, è sembrata voler evitare di prendere troppo esplicitamente le parti di coloro che in seno al direttorio spingono per mantenere un atteggiamento fortemente aggressivo sui tassi. Nelle ultime settimane il dibattito tra gli esponenti del Consiglio – in cui siedono anche tutti i governatori delle banche centrali nazionali dell`eurozona – si è intensificato.
Secondo alcuni osservatori Lagarde si sarebbe eccessivamente sbilanciata sulle posizioni dei falchi. Potrebbe quindi scegliere di mantenere un profilo di neutralità, almeno a parole. Alcuni esponenti, tra cui il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, hanno già espresso abbastanza chiaramente la volontà di operare un nuovo maxi rialzo dei tassi da 75 punti base. Altri, tra cui il governatore della Banca d`Italia, Ignazio visco, hanno invece messo in guardia dai rischi di muoversi eccessivamente in fretta o in modo troppo aggressivo. Su questo dibattito Lagarde ha ammesso che anche in seno al Comitato esecutivo esistono “punti di vista diversi, ci sta dibattito”.
Ha ribadito di sentirsi onorata di presiedere la Bce per cercare una sintesi anche in questa fase, sebbene “a volte sia faticoso”, ha ammesso. Per il resto la presidente ha ripetuto i messaggi chiave che l’istituzione ha lanciato in occasione dell’ultima mossa, (+75 punti base a ottobre), con cui il cui principale riferimento sui tassi è stato portato al 2%. Alla Bce “siamo impegnati a riportare l’inflazione al nostro obiettivo di medio termine e siamo determinati ad assumere le misure necessarie per riuscirci.
Ci attendiamo di alzare i tassi di interesse ulteriormente, ai livelli necessari per assicurare che l`inflazione torni al 2% in maniera tempestiva”, ha detto.
Lagarde ha anche ripetuto che il Consiglio direttivo manterrà un approccio decisionale basato sui dati in cui le misure verranno stabilite volta per volta. “Quanto a lungo dobbiamo spingerci (nell`alzare i tassi) e quanto velocemente dobbiamo arrivarci dipenderà dal nostro aggiornamento delle prospettive, dalla persistenza degli shock – ha spiegato – dalle reazioni di salari e aspettative di inflazione e dalla nostra valutazione sulla trasmissione della linea monetaria”. Il problema è e resta l’inflazione eccessivamente alta. E qui ha fornito alcuni elementi sul possibile dibattito interno: “Mi piacerebbe”, ha detto, che il 10,6% toccato a ottobre fosse stato “il picco”, successivamente al quale inizia un graduale declino.
“Ma non mi spingerei a tanto, in particolare per alcune componenti a livello di commercio al dettaglio, per ritenere che l’inflazione abbia già raggiunto il picco, mi sorprenderebbe”. E “quando chiedo agli economisti della Bce” quale sia la valutazione “la risposta è che i rischi sono al rialzo”. Quindi la manovra di aggiustamento non è finita. Parallelamente al Consiglio di dicembre, al quale verranno anche aggiornate le previsioni economiche “definiremo anche i principi chiave per la riduzione dei degli stock di titoli nei portafogli dei nostri programmi di acquisti. È appropriato che il bilancio della Bce venga normalizzato nel corso del tempo in una maniera misurata e prevedibile”, ha aggiunto Lagarde.