Economia

Grazie a misure non Convenzionali, 2,5%-3% di crescita in più

Nella sua prima apparizione davanti alla plenaria dell’Europarlamento come presidente della Banca centrale europea, a circa 100 giorni dalla sua entrata in carica, Christine Lagarde ha rivendicato, oggi a Strasburgo, l’opportunità e l’efficacia della politica monetaria accomodante messa in campo negli anni scorsi dal suo predecessore, Mario Draghi, per garantire la stabilità dei prezzi (minacciata non dall’inflazione, ma dai rischi di deflazione) e sostenere, per quanto possibile, l’economia reale dell’Eurozona. Ma, rispondendo ai soliti attacchi degli eurodeputati dei paesi rigoristi, Lagarde ha sottolineato anche che la Bce vigilerà affinché gli “effetti collaterali negativi” della politica monetaria accomodante, con i tassi d’interesse mantenuti per anni a livelli bassissimi, non superino i suoi vantaggi per l’economia. Allo stesso tempo, la presidente della Bce ha ripetuto l’appello, per anni inascoltato, di Draghi, affinché anche i governi (soprattutto quelli del fronte rigorista come Germania e Olanda) facciano la loro parte, con politiche economiche e di bilancio che aiutino la crescita e gli investimenti, che permetterebbero, a loro volta, di far ripartire al rialzo i tassi d’interesse e l’inflazione.

Intervenendo a Strasburgo per la presentazione del rapporto annuale della Bce al Parlamento europeo, Lagarde ha ricordato che la politica monetaria accomodante degli anni scorsi “ha sostenuto la crescita economica, generando più posti di lavoro e salari più elevati per i cittadini dell’Eurozona”, dove “la disoccupazione è scesa al 7,4%, il suo livello più basso da maggio 2008”, mentre “i salari sono aumentati a un tasso medio del 2,5% nei primi tre trimestri del 2019, significativamente al di sopra della media di lungo periodo”. Inoltre, durante la sua replica alla fine del dibattito, rispondendo alle critiche tedesche e olandesi secondo cui la politica della Bce sarebbe stata “controproducente” per l’economia, Lagarde ha quantificato in una forbice fra il 2,5% e il 3% il contributo dato dalle cosiddette “misure non convenzionali” della Banca centrale alla crescita dell’Eurozona. Inoltre, ha aggiunto, quelle misure, “hanno contribuito dal 2014 a spingere verso l’alto l’inflazione”, che altrimenti sarebbe restata ben più bassa. Anche se rimane ancora da raggiungere l’obiettivo del 2% annuale. Le “misure non convenzionali” della Bce, ha sottolineato ancora Lagarde, “hanno aiutato e continuano ad aiutare le nostre economie reali. Sia per le imprese che per le famiglie, il costo dei finanziamenti è basso e i volumi dei finanziamenti sono cresciuti e continuano a crescere”.

“Più a lungo rimangono in vigore le nostre misure accomodanti – ha avvertito la presidente della Bce -, maggiore è il rischio che i loro effetti collaterali diventino più pronunciati. Siamo pienamente consapevoli – ha assicurato – del fatto che il contesto di bassi tassi d’interesse sta pesando sui redditi da risparmio, sulle valutazioni degli asset, sulla propensione al rischio e sui prezzi immobiliari. E stiamo monitorando attentamente i possibili effetti collaterali negativi, per garantire che non superino l’impatto positivo delle nostre misure sulle condizioni del credito, sulla creazione di posti di lavoro e sul reddito salariale”. Insomma, ha aggiunto Lagarde nella sua replica “come parte della nostra revisione strategica, terremo conto anche dei potenziali effetti collaterali, e di quelli cumulativi” che i bassi tassi d’interesse possono avere “sui cittadini e sull’economia”. “Ma la politica monetaria – ha osservato la presidente della Bce – non può e non dovrebbe essere l’unico strumento disponibile (‘the only game in town’, ndr). Anche “le politiche di bilancio e strutturali” che competono ai governi “devono fare la loro parte”.

Le politiche di bilancio e strutturali messe in campo dai governi, ha continuato la presidente della Bce, “possono stimolare la crescita della produttività e aumentare il potenziale di crescita, sostenendo in tal modo l’efficacia delle nostre misure”. “In effetti – ha ricordato – quando i tassi di interesse sono bassi, la politica di bilancio può essere altamente efficace: può sostenere lo slancio di crescita nell’Eurozona, che a sua volta intensifica le pressioni sui prezzi, e alla fine – ha sottolineato Lagarde – porta a tassi di interesse più elevati”. Infine, “il ‘Green Deal’ europeo e le iniziative nazionali per finanziare la transizione ecologica potrebbero accrescere queste dinamiche, contribuendo a una crescita più forte e sostenibile”, ha concluso la presidente della Bce. askanews

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Lorenzo Consoli