Lago Bracciano all’asciutto e Roma senz’acqua, l’estate romana. Appello sui Social: sta morendo

Lago Bracciano all’asciutto e Roma senz’acqua, l’estate romana. Appello sui Social: sta morendo
23 luglio 2017

Potrebbe non esser più tra i laghi più profondi d’Italia e Roma potrebbe rimanere all'”asciutto”. Nell’estate torrida 2017 va in scena, dopo mesi di silenzi, sofferenze e denunce rimaste lettera morta, il dramma del Lago di Bracciano, sempre più basso, sempre più lontano dal ricordo che tutti i romani e i turisti avevano di lui. E’ in “discesa libera” il livello idrometrico del Lago e, intorno a quell’asta numerata che dal lungolago di Trevignano Romano sentenzia ogni minuto l’emergenza, è scoppiato il “caso” che ieri ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica. Dai social alle tv, dai quotidiani alle radio, il coro è uno: il Lago sta morendo e i romani rimarranno senz’acqua. Da un lato la regione Lazio che venerdì sera ha detto basta ai prelievi, dall’altro Acea che prospetta una crisi idrica per un milione e mezzo di romani. Una “tragedia” l’ha definita oggi il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, che ha prospettato il “rischio della catastrofe ambientale”. Una tragedia che vede protagonisti il Lago, Acea, la società partecipata del comune di Roma e, sullo sfondo, la siccità. La storia è nota: il livello del Lago è al di sotto dello zero idrometrico anche a causa delle caaptazioni di Acea e ieri sera la Regione Lazio ha deciso di metterci un punto: stop ai prelievi di Acea dal 28 luglio. Decisione motivata dalla necessità di arginare un possibile disastro ambientale e per mettere un freno alla “violazione delle prescrizioni” da parte di Acea – come ha spiegato oggi la Direzione regionale delle Risorse Idriche della Regione Lazio. E’ tecnica la spiegazione: “un Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici ha concesso all’Azienda Comunale Elettricità Acque – Acea di prelevare acqua dal lago di Bracciano per usi potabili, assicurando comunque il mantenimento delle escursioni del livello del lago nell’ambito di quelle naturali” e il livello idrometrico minimo concesso per le captazioni è fissato a 161,90 m. sopra il livello del mare.

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“Attualmente il livello del lago di Bracciano è al di sotto di questa quota minima prefissata, e ancor più lontano dallo zero idromedrico che corrisponde a quota 163,04” dice la regione mettendo un punto sui prelievi. Dunque si apre il caso che diventa anche politico. “Basta andare con una fotocamera a Bracciano per capire che sta accadendo l’inimmaginabile – dice Zingaretti -. far uscire l’acqua dai rubinetti è un diritto, ma dobbiamo fare i conti con un problema enorme che è la siccità. Mi piacerebbe invitare qui Donald Trump per fargli capire cosa significa non rispettare gli accordi sul clima”. E se la preoccupazione di Zingaretti è chiara lo è altrettanto quella della Raggi che non lascia spazio a dubbi: l’acqua ai romani va assicurata. Bisogna salvare il lago, dice dal canto suo il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori, per il quale bisogna “trovare soluzioni concrete all’emergenza idrica e ambientale, perché il Lago di Bracciano va rispettato, come un patrimonio di tutti”. Ma ad attaccare la Sindaca Raggi e Acea sono alcuni parlamentari del Pd. “Oltre l’indifferenza dimostrata in questi mesi di fronte alle gravi condizioni del Lago di Bracciano, Acea si permette anche il lusso di fare terrorismo psicologico minacciando una turnazione idrica per un milione e mezzo di romani, a seguito della decisione assunta ieri dalla Regione Lazio di bloccare i prelievi dal bacino a nord della Capitale. Sostenendo che Roma possa incorrere il rischio di una seria crisi idrica, Acea contraddice se stessa e i dati che ha fornito in questi ultimi mesi”.Da Emiliano Minnucci a Fabio Melilli, da Andrea Ferro a Ileana Piazzoni e Marietta Tidei il coro è uno: “il 7 luglio, alla presenza della Regione Lazio e dei sindaci dei paesi del lago, il presidente Saccani ha ribadito che le captazioni dal bacino lacustre incidevano appena per l’8% del fabbisogno di Ato2. A riguardo, dunque, si evince che il venir meno dell’apporto del lago non avrebbe comportato una situazione così allarmante come Acea oggi vuol far pensare. Il 13 luglio, Acea ha comunicato formalmente alla Regione Lazio di avere già posto in essere degli accorgimenti e dei lavori per il risparmio idrico che, a quella data, gli avevano consentito di recuperare ben 1.770 litri/secondo di acqua.

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In quest’ottica, sottraendo ai 1.770 l/s recuperati i circa 1.200 l/s captati dal lago di Bracciano, si evince che oggi Acea può addirittura contare su un surplus di acqua pari a circa 570 l/s. Il 23 maggio – spiegano – con la diffusione di un suo report, Acea ha palesato inequivocabilmente che nel periodo successivo a luglio il prelievo dal lago di Bracciano avrebbe inciso in misura inferiore sul bilancio idrico di Ato2. In questo quadro, dunque, Acea, invece di iniziare questa indegna campagna di terrorismo psicologico, pensi a investire una parte di quei 70milioni annui di utili al fine di trovare soluzioni adeguate e continuare a garantire il normale servizio idrico anche nella Capitale. A riguardo è auspicabile un intervento serio e rigoroso anche della stessa Virginia Raggi che non può continuare a fare melina e lasciare le responsabilità esclusivamente agli altri. Come sindaca di Roma, sindaca metropolitano e socia di maggioranza di Acea, Virginia Raggi – sottolineano i parlamentari – ha il dovere di uscire allo scoperto e onorare i suoi compiti e i suoi doveri. Invece di rilasciare dichiarazioni a mezzo stampa, iniziasse a imporre ad Acea il silenzio, tanto da mettere fine a questo allarmismo, invitandola di contro a lavorare al fine di garantire ai romani il corretto e normale utilizzo del servizio idrico”. Ad intervenire sulla vicenda anche l’opposizione a Zingaretti in regione Lazio che parla di ‘scaricabarile’ e di ‘mancanza di pianificazione. Una battaglia insomma che vede tanti protagonisti e si combatte all’ultima goccia con chi per primo, insieme alle amministrazioni delle cittadine che insistono sul Lago, ha lanciato l’allarme, il Comitato Difesa Lago di Bracciano che ritiene che “un primo passo importante sia stato fatto” riferendosi alla decisione della regione Lazio, ma “la battaglia non è finita!” dice. “Quella che si apre adesso è la fase più delicata e dobbiamo essere più uniti che mai nel portare avanti la difesa del lago”.

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