Un trattore a guida autonoma che anticipa il futuro del settore agricolo. A Monthyon, nella campagna dell’Ile-de-France, presso il Customer Centre Case è stato presentato il concept del veicolo, che debutta ufficialmente in Europa alla fiera SIMA di Parigi. Il progetto unisce architettura elettronica e intelligenza artificiale, come ci ha spiegato Antonio Marzia, Head of Data Analytics and Services di CNH Industrial, di cui Case IH è uno dei brand internazionali. “Questo trattore – ci ha spiegato l’ingegnere – ha la particolarità di avere già la nostra architettura hardware e software di nuova generazione e grazie a una architettura aperta permette di costruire un layer di intelligenza artificiale che consente alla macchina di prendere decisioni in maniera autonoma o semi autonoma”.
Il nuovo trattore nasce da un normale veicolo Magnum e insiste su tecnologie già diffuse, proponendosi nei fatti come un concept che può divenire realtà. A partire dall’aspetto finale del trattore autonomo che, essendo privo di cabina, ha posto una sfida particolare a David Wilkie, direttore del Design industriale per CNH Industrial. “Per me e il mio team di designer – ha detto il creativo scozzese – lavorare su un prodotto così innovativo e così speciale è stato veramente un sogno. È raro, nel design, avere completamente carta bianca, partire completamente da zero. Questa era veramente un’occasione d’oro, rarissima, che abbiamo colto con tanto entusiasmo”. Particolare anche il caso delle vernici scelte, perché il colore metalizzato generava disturbi interagendo negativamente con le antenne, ma la vernice opaca non corrispondeva all’idea del designer, il cui obiettivo era comunque quello di realizzare un oggetto funzionale nella sua bellezza.
Ma la soluzione è arrivata grazie alle grafiche, che sono state collocate nelle zone sensibili al disturbo permettendo di utilizzare la vernice metallizzata nelle altre parti della carrozzeria. Al di là dell’estetica, quello su cui Case IH punta maggiormente attraverso il veicolo autonomo, è il miglioramento delle condizioni di lavoro nel mondo agricolo. “Di fatto – ha aggiunto Marzia – è una macchina che, per esempio, se mentre semina percepisce l’arrivo di un temporale o comunque del brutto tempo, può decidere di accelerare o di fermarsi”. L’autonomia, comunque, è gestibile e programmabile su diversi livelli da parte di chi controlla la macchina. Da un livello moderato, fino alla completa autonomia. “Il messaggio – ha concluso Matthew Foster – è che noi lo possiamo fare, sicuramente. Il messaggio è che siamo in grado di fare un passo avanti per sostenere i nostri contadini che ci hanno chiesto di sviluppare queste tecnologie”.