L’allarme dell’Intelligence: Italia sempre più a rischio attentati
LA RELAZIONE Gli 007 pongono il nostro paese anche come potenziale “terreno di coltura di nuove generazioni di aspiranti mujahidin,
Italia sempre più a rischio attentati. E’ l’allarme lanciato dalla nostra intelligence, nella Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza. L’Italia, si legge, “appare sempre più esposta” alla minaccia del terrorismo quale “target potenzialmente privilegiato sotto un profilo politico e simbolico-religioso, anche in relazione alla congiuntura del Giubileo straordinario”. Nella relazione gli 007 pongono il nostro paese anche come potenziale “terreno di coltura di nuove generazioni di aspiranti mujahidin, che vivono nel mito del ritorno al califfato e che- si spiega – aderendo alla campagna offensiva promossa da Daesh, potrebbero decidere di agire entro i nostri confini”. Secondo la relazioni in Italia vanno soprattutto valutati “con estrema attenzione i crescenti segnali di consenso verso l’ideologia jihadista emersi nei circuiti radicali on-line, frequentati da soggetti residenti in Italia o italofoni”. Si tratterebbe, in particolare, secondo i nostri Servizi “di individui anche molto giovani, generalmente privi di uno specifico background, permeabili ad opinioni ‘di cordata’ o all’influenza di figure carismatiche e resi più recettivi al ‘credo’ jihadista da crisi identitarie, condizioni di emarginazione e visioni paranoiche delle regole sociali, talora frutto della frequentazione di ambienti della microdelinquenza, dello spaccio e delle carceri”. Il documento afferma anche che è elevato il rischio di nuove azioni terroristiche in territorio europeo, sullo “stile di quelli di Parigi” ad opera sia di emissari inviati ad hoc, inclusi foreign fighters addestrati in teatri di conflitto, sia di militanti eventualmente già presenti (e integrati/mimetizzati) in Europa, che abbiano ricevuto ispirazione e input da attori basati all’esterno dei Paesi di riferimento. Rischi che provengono – sottolineano gli analisti dei servizi di intelligence – da “militanti autodeterminati a compiere attacchi nei Paesi in cui ritornano, da soli o in coordinamento con altri (inclusi supporters locali)” ovvero “appositamente inviati da organizzazioni terroristiche interessate a costituire cellule dormienti”. Ai “returnees” sono associati, in termini di potenziale della minaccia, i cosiddetti “commuters” (pendolari), ovvero quei soggetti in grado di viaggiare più volte dal teatro di jihad all’Occidente e viceversa, sfuggendo alle maglie dei controlli.