L’Organizzazione mondiale della sanità lancia l’allarme morbillo nel nostro Paese. “In Italia in questo momento abbiamo un`epidemia di morbillo e vorrei sottolineare che ci preoccupa molto, perché in Europa siamo il secondo Paese ad avere il numero più alto di casi di morbillo dopo la Romania – afferma Flavia Bustreo, vicedirettore generale dell’Oms -. “E se guardiamo anche ai dati mondiali – aggiunto – abbiamo un`incidenza, cioè i nuovi casi di morbillo in Italia, hanno un`incidenza paragonabile ad alcune parti dell`Africa subsahariana e dell`Asia. Quindi noi lavoriamo dando l`allarme”. In Italia, nell’ultimo anno si sono registrati 1.387 casi di morbillo. Dei 6.186 casi registrati in tutta la regione europea, quelli italiani rappresentano da soli oltre il 22% del totale, il numero più alto in Europa, secondo solo al dato della Romania e ben superiore a quello degli altri paesi. Nel contesto di questi ultimi dati globali sull’incidenza delle principali malattie prevenibili dai vaccini nel periodo marzo 2016 – febbraio 2017, risulta allarmante il rapido aumento dei casi italiani di morbillo: si passa dai 265 a gennaio 2017 ai 419 registrati a febbraio. A dicembre 2016 erano 90, a novembre 84, 76 a ottobre, 56 a settembre. Durante tutto il 2016 le persone contagiate erano state ‘appena’ 844. A livello globale 19.4 milioni di bambini nel mondo non sono ancora pienamente protetti da malattie facilmente evitabili e prevenibili dai vaccini Tra queste anche il morbillo. Nonostante infatti sia disponibile un vaccino sicuro ed efficace, il morbillo resta una delle principali cause di morte tra i bambini.
Nel 2015 ci sono stati nel mondo 134mila decessi a causa di questa malattia infettiva, nella maggior parte dei casi in bambini al di sotto dei 5 anni: circa 367 morti ogni giorno, 15 morti ogni ora. Tra il 2000 e il 2015 si stima che la vaccinazione ha prevenuto circa 20.3 milioni di morti, favorendo un calo dei decessi per morbillo del 79%. Nello stesso anno, circa l’85% dei bambini nel mondo ha ricevuto una dose di vaccino contro il morbillo entro il primo anno di vita, mentre nel 2000 la copertura era del 73%. Ma nonostante i progressi, ogni anno 1,5 milioni di bambini muoiono ancora a causa di malattie prevenibili attraverso i vaccini. E nonostante sempre più bambini hanno accesso ai programmi di immunizzazione, dal 2010 a oggi la copertura globale è aumentata di appena l’1%. Un progresso lento che mette a repentaglio la salute dei più piccoli. Ci sono ancora oggi paesi del mondo dove la vaccinazione ancora stenta a superare la quota dell’80%, con un gap ancora forte rispetto al 95% necessario per assicurare protezione dalla malattia su larga scala. Dei 10,7 milioni neonati che nascono ogni anno in Europa, circa 650mila non ricevono la serie completa delle tre dosi di vaccino contro difterite, tetano e pertosse nel primo anno; e le popolazioni vulnerabili esistono in tutte le nazioni. Paradossalmente, il fatto che l’immunizzazione ha reso rare o quasi sconosciute molte delle malattie infettive potrebbe far pensare a genitori e operatori sanitari che i vaccini non sono più necessari. I vaccini sono infatti stati talmente efficaci da cancellare la memoria rispetto agli effetti di alcune malattie ormai quasi totalmente debellate. Questo può rendere l’opinione pubblica sui vaccini suscettibile dell’influenza dei gruppi antivaccinisti e dei siti internet che promuovono teorie, prive di evidenze scientifiche, che mirano a ridurre la credibilità dell’efficacia dei vaccini.