Con il peggioramento della pandemia è necessario continuare a proteggere i lavoratori dalle conseguenze della crisi economica. È il richiamo lanciato dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, alla 96esima Giornata mondiale del risparmio. “L’acuirsi dell’epidemia – ha detto – potrebbe avere nuove, pesanti, ricadute sulle già fragili condizioni del mercato del lavoro”. “Se occorre evitare di ostacolare – ha sottolineato Visco – la riallocazione dei lavoratori tra imprese e settori, la gravità della crisi richiede di continuare a offrire loro adeguata protezione fino a quando necessario. Al tempo stesso, il sistema degli ammortizzatori sociali può essere rivisto per accrescerne la copertura, la semplicità di accesso e l’equità”.
“In prospettiva – ha spiegato il governatore – nella misura in cui le condizioni macroeconomiche lo consentiranno, gli interventi straordinari a difesa delle posizioni lavorative potranno essere progressivamente ridotti e circoscritti ai comparti più colpiti dalla crisi, tenendo anche conto delle esigenze per le imprese più sane di poter riorganizzare la propria attività in risposta al mutamento delle prospettive socio-economiche”. “Provvedimenti – ha aggiunto Visco – volti a semplificare le regole di funzionamento del mercato del lavoro e a estendere la riduzione del cuneo fiscale potranno favorire i piani di assunzione delle imprese. Affinchè l’aumento delle opportunità di lavoro sia permanente, deve però aumentare la capacità di sviluppo dell’economia”.
Secondo il governatore, la ripresa dell’epidemia di coronavirus “minaccia di incidere sui risultati conseguiti” nella ripartenza economica. E avverte che “c’è il rischio che l’aumento dei casi di contagio, anche qualora venisse contrastato con misure meno drastiche di quelle adottate in primavera, si ripercuota negativamente sulla fiducia e sulla spesa delle famiglie e delle imprese”. Poi c’è l’annoso capitolo del debito pubblico italiano che “è sostenibile, ma la sua permanenza su livelli elevati ci lascia esposti ai rischi, e ai costi, derivanti da tensioni sui mercati finanziari o da nuovi shock economici”, ricordando anche che “il governo ha reso nota l’intenzione di avviare già dal prossimo anno la riduzione del peso del debito pubblico sul Pil, per riportarlo sui livelli precedenti la pandemia entro la fine del decennio”.
“Se la crescita nei prossimi anni eccederà le aspettative – ha spiegato il governatore alla 96esima Giornata mondiale del risparmio – la discesa del rapporto tra debito e prodotto potrà essere più veloce, con un più deciso miglioramento dell’avanzo primario. Il conseguimento dell’obiettivo indicato dal governo presuppone l’utilizzo efficace dei fondi presi a prestito per far fronte alla crisi, nonchè di quelli messi a disposizione dai programmi europei”. “Non si può prescindere – ha aggiunto Visco – da uno sforzo notevole, ma alla portata del paese, per accrescere l’innovazione e la capacità produttiva, gli investimenti cui destinare nei modi più sicuri e sostenibili il nostro risparmio, le possibilità di impiego offerte dalla nostra economia e la partecipazione al lavoro, in particolare dei giovani e delle donne”. Tuttavia, la crisi del coronavirus sta accelerando le trasformazioni profonde dell’economia mondiale e “proprio per questo non possiamo concentrare la nostra attenzione solo sulle risposte all’emergenza”.
In altri termini, “l’Italia deve affrontare quei nodi strutturali che per quasi tre decenni ne hanno frenato la crescita e che la crisi ha reso più urgente sciogliere”. “Le aree in cui è necessario intervenire sono note – ha spiegato il governatore – riguardano la qualità e i tempi dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione; l’innovazione in tutti i settori, con adeguati investimenti, non solo pubblici, nelle infrastrutture di nuova generazione, nel capitale umano e in tecnologie più rispettose dell’ambiente; la salvaguardia e la valorizzazione del nostro patrimonio naturale e storico-artistico”. “L’occasione – ha concluso Visco alla 96esima Giornata mondiale del risparmio – fornita dalla disponibilità di risorse finanziarie comuni a livello europeo deve essere sfruttata con rapidità, potrà sostenere l’attività produttiva, i redditi e l’occupazione ben oltre gli interventi di ristoro, che pure la crisi rende necessari”.