Cronaca

A Lampedusa approdano direttamente 45 migranti. Per il governo, i porti sono chiusi

Un gruppo di 45 immigrati, fra cui due bambini e una donna incinta, sono stati recuperati, praticamente sotto costa a Lampedusa (Ag), dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. I Migranti sono stati portati all’hotspot. Sarebbero originari del Senegal, Costa d’Avorio, Kenya e Somalia. Intanto al largo di Lampedusa, in acque internazionali, continua a stazionare la nave Sea Watch con 43 naufraghi, alla quale e’ stata negata l’autorizzazione all’ingresso.

Intanto, la nave Sea Watch è bloccata da giorni a 16 miglia dalle acque territoriali italiane. In merito il ministro delle Infrastrutture non usa mezzi termini. “Per chi viola le regole i porti rimangono chiusi al 100%”, chiosa Danilo Toninelli, secondo cui, “la Sea Watch aveva ricevuto da parte della guardia costiera libica il segnale di coordinamento delle operazioni. Purtroppo, hanno deciso di voltarsi dall’altra parte e di andare a nord, verso l’Italia, cosa che per il diritto del mare non va bene e di conseguenza non possono approdare in Italia”. “Abbiamo portato sul suolo italiano le persone che si trovavano in difficoltà – aggiunge il ministro pentastellato -, quindi, in stato precario di salute. Significa che l’umanita’ e il senso di aiuto in Italia non vengono mai meno, ma dopo vengono anche la legalita’ e la sicurezza”.

Porti chiusi anche per Matteo Salvini. “Ricevo molti complimenti nel mondo per la linea seria” sul fronte immigrazione, “a me il rifugiato vero non pone alcun problema, il problema sono le centinaia di migliaia di furbi e spacciatori che arrivavano in Italia a far casino, ma viva i rifugiati veri che non sono nemmeno il 10% – dice il ministro dell’Interno -. Un saluto all’equipaggio di Sea Watch che delle leggi se ne frega, ma in Italia non si arriva e decidano Olanda o Germania chi vince il carico di clandestini, in Italia non si arriva”, concluso il titolare del Viminale.

Frattanto non si placano le polemiche sul cosiddetto decreto sicurezza bis. L’Unhcr “ha espresso una posizione molto precisa sul decreto sicurezza bis, nella parte che concerne i salvataggi nel Mediterraneo da parte di soggetti privati. In questa parte, il decreto ci preoccupa molto, riteniamo che l’aumento del tasso di mortalita’ nel Mediterraneo sia direttamente dovuto all’assenza di un dispositivo strutturato di ricerca e salvataggio”. Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, ribadisce che “abbiamo chiesto piu’ volte e con piu’ forza a tutti i Paesi europei che vengano eliminati quegli ostacoli che sono stati posti negli ultimi anni al lavoro delle organizzazioni che svolgono soccorsi nel Mediterraneo. Abbiamo chiesto al governo di rivedere il decreto in questa sua parte e al Parlamento di modificarlo”.

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