Lampo Dybala, al 93′ la Juventus piega la Lazio

Bianconeri creano poco, l’argentino si sveglia nel finale

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Il veleno Paulo Dybala lo tiene tutto per i secondi finali e quando, fulmineo, lo inietta nel corpo stanco della Lazio non c’e’ piu’ tempo per reagire. A recupero della ripresa quasi scaduto l’argentino, praticamente spettatore fino a quel momento, dimostra che un fuoriclasse non va mai giudicato prima del tempo. La sua stilettata (Luiz Felipe saltato come un birillo, Parolo aggirato e palla imprendibile, nell’angolino alto), batte Strakosha – inoperoso per tutta la partita – e tiene la Juventus nella scia del Napoli, quando ormai sembrava che Simone Inzaghi avesse confezionato l’ennesima polpetta avvelenata per il collega Allegri. All’Olimpico invece Dybala e’ un lampo nel buio, ma accecante. Decima vittoria consecutiva per i bianconeri, 13/o risultato utile di fila e porta di Gigi Buffon ancora inviolata nel 2018, in campionato. Miglior viatico di questa vittoria, ormai insperata, la Juventus non poteva augurarsi in vista della difficile trasferta di Londra in Champions. Alla Lazio resta la delusione per un ko arrivato quando il traguardo dello 0-0 sembrava a portata di mano e la recriminazione su un contatto in area tra Benatia e Leiva. Sarebbe stato un risultato utile e di prestigio, che Inzaghi ha inseguito soprattutto nella ripresa, come certifica la sostituzione di Immobile a 10′ dalla fine. La ‘sorpresa’ ideata da Inzaghi e’ Luiz Felipe a destra nella linea difensiva, lo stesso corridoio battuto da Lulic, dopo che un infortunio dell’ultima ora ha fermato Basta. La Juve si presenta all’Olimpico con Chiellini in panchina.[irp]

Torna dopo lungo stop Dybala, schierato al centro dell’attacco con Mandzukic in appoggio. L’arma in piu’ della Juve e’ la paziente consapevolezza della propria forza, al netto di chi scenda in campo. C’e’ reciproco rispetto, come testimonia l’attenzione dedicata da entrambe alla fase difensiva. In una partita a scacchi, la Lazio non lascia mai meno di tre uomini dietro, mentre Matuidi e Lichsteiner sono i primi ad allinearsi ai compagni schierati subito davanti Buffon. Con Immobile e Dybala super controllati, le occasioni da rete del primo tempo sono poche. La migliore capita (20′) sulla testa di Milinkovic, che sale a colpire un cross di Luis Alberto, ma il portierone bianconero inchioda il pallone a terra. La Juve (29′) riuscirebbe anche a segnare (autogol di Lukaku da calcio d’angolo), ma l’arbitro vede una spinta di Rugani su Radu e annulla. La ripresa e’ ancora un confronto giocato sugli anticipi e con grande pressing, anche se la Juventus da’ l’impressione di avere piu’ benzina nelle gambe. E di essere meno propensa ad accontentarsi del pari. Allegri toglie Lichsteiner per inserire Douglas Costa e dare peso all’attacco. Finalmente si vede Dybala (21′), al tiro ben contenuto da Luiz Felipe. Inzaghi risponde togliendo Luis Alberto per da spazio Felipe Anderson. Esce Mandzukic per Alex Sandro. I minuti scorrono e la stanchezza prende il sopravvento. Nessuno, forse ormai nemmeno l’allenatore bianconero, ha fatto i conti con la sorpresa che Dybala tiene in serbo. Il colpo dello scorpioncino stende la Lazio e tiene piu’ vivi che mai i sogni scudetto di questa Juventus, maestra di cinismo.[irp]