Nell’estate delle tensioni tra Viminale e ong aveva preso una posizione – mal digerita nella galassia dell’associazionismo cattolico – di apertura nei confronti del Governo. Oggi il cardinale Gualtiero Bassetti, bergogliano “doc” e nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana, pur non modificando la sua linea, ha però posto maggiore accento sull’accoglienza degli stranieri, insistendo sulla necessità di una legge che introduca lo ius soli nell’ordinamento italiano.
L’arcivescovo di Perugia, primo della terna che l’assemblea dei vescovi italiani per la prima volta ha eletto a maggio scorso, ha aperto oggi il primo consiglio permanente, il “parlamentino” dell’episcopato, da presidente della Cei. Bassetti ha disegnato un’idea di Chiesa plurale e vicino ai poveri, ha citato don Mazzolari, don Milani e Giorgio La Pira, ha aperto la sua prolusione con un omaggio alle donne vittima di violenza.
Bassetti ha fatto continui riferimenti a Papa Francesco per spingere la Chiesa italiana ad abbandonare un certo “clericalismo” e una distinzione tra “cattolici del sociale” attenti ai migranti e “cattolici della morale” concentrati sul tema della vita. Ha insistito sulla necessità di un fisco a muisura di famiglia, sull’emergenza disoccupazione, e si è dilungato sul tema delle migrazioni.
La scorsa estate, il giorno di San Lorenzo Martire, un’estate marcata dalla linea dura del Governo italiano nei confronti degli sbarchi di immigrati e rifugiati, dall’accordo con la Libia, dal codice di condotta alle ong, il neopresidente della Cei ha affermato che “non possiamo correre il rischio – neanche per una pura idealità che si trasforma drammaticamente in ingenuità – di fornire il pretesto, anche se falso, di collaborare con i trafficanti di carne umana”. Una sottolineatura pragmatica che ha marcato le distanze dalle critiche rivolte all’esecutivo dall’associazionismo cattolico, dalle riserve espresse dal quotidiano della stessa Cei Avvenire, ma anche dai malumori cattolici interni alla stessa compagine governativa (con il ministro Graziano Delrio e il sottosegretario Mario Giro su posizioni dubbiose rispetto al ministro dell’Interno Marco Minniti). Il titolare del Viminale, è poi emerso, aveva avuto contatti direttamente con la Segreteria di Stato vaticana per spiegare le ragioni della sua posizione. E il Papa in persona, di ritorno dal recente viaggio in Colombia, è sembrato approvare questa svolta soft: “Sento il dovere di esprimere gratitudine per l`Italia e la Grecia perché hanno aperto il cuore ai migranti.
Accoglierli è un comandamento di Dio… Ma un governo deve gestire questo problema con la virtù propria della prudenza. E dunque, primo: quanti posti hai. Secondo: non solo accoglierli, ma anche integrarli”. Terzo, “c`è un problema umanitario.
L`umanità – ha rimarcato Francesco – prende coscienza di questi lager, delle condizioni in cui questi migranti vivono nel deserto, ho visto delle foto. Ho l`impressione che il governo italiano stia facendo di tutto in campo umanitario, per risolvere anche problemi che non si potrebbe assumere. Allora: cuore sempre aperto, prudenza, integrazione e vicinanza umanitaria”.
Un filo rosso al quale oggi Bassetti si è riallacciato nella prolusione al consiglio episcopale permanente. Con un riferimento allo ius soli che rappresenta, nel ragionamento della Cei, il logico pendant alla linea dura nei confronti del traffico illegale. “Alla luce del Vangelo e dell’esperienza di umanità della Chiesa”, ha detto Bassetti, penso che la costruzione di un processo di integrazione “possa passare anche attraverso il riconoscimento di una nuova cittadinanza, che favorisca la promozione della persona umana e la partecipazione alla vita pubblica di quegli uomini e donne che sono nati in Italia, che parlano la nostra lingua e assumono la nostra memoria storica, con i valori che porta con sé”. Il porporato ha ha riecheggiato quattro verbi utilizzati di recente dal Papa sul tema delle migrazioni: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. I vescovi italiani, ha detto, non possono “non essere vicini alle paure delle famiglie e del popolo” ma rigettano “la diffusione di una cultura della paura e il riemergere drammatico della xenofobia” auspicando che sia “scongiurata in ogni modo” una “fratricida guerra tra i poveri nelle nostre periferie”. Per Bassetti, comunque, è necessario denunciare “la ‘tratta’ degli esseri umani e ogni tipo di traffico sulla pelle dei migranti”, ma anche salvare le vite umane “nel deserto, nei campi e nel mare” e deplorare “i luoghi indecenti dove troppo spesso vengono ammassate queste persone”.
Mercoledì prossimo, intanto, Papa Francesco lancerà all’udienza generale la Campagna di Caritas Internationalis “Share the Journey”, “Condividi il viaggio”. L’iniziativa che coinvolge tutte le Caritas del mondo vuole promuovere l’accoglienza dei migranti e dei rifugiati attraverso la condivisione delle loro esperienze. A mezzogiorno e mezzo dello stesso mercoledì la sala stampa vaticana ospita la conferenza stampa per presentare la Campagna internazionale di Caritas Internationalis “Share the Journey – Condividiamo il cammino”, che ha l`obiettivo di promuovere la cultura dell`incontro attraverso la condivisione del cammino di migranti e rifugiati. Per il cardinale Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas internazionale, che sarà presente in sala stampa vaticana insieme ad alcuni migranti e rifugiati accolti tramite i progetti Caritas in Italia, “guardando il mondo attraverso una prospettiva vera, la storia dell`umanità è una storia di migrazione! Però adesso ci sono fattori e fenomeni che hanno reso la migrazione ‘disturbante’: le nuove forme di schiavitù, l`uso dei social media per il cyber sesso, la vendita dei bambini… Noi vogliamo ricordare al mondo che c`è un`umanità che non è una questione astratta, ma una questione che riguarda la dignità della persona. E Papa Francesco, fedele alla Dottrina Sociale della Chiesa, mette al centro la dignità della persona. Lo stesso vale per la Caritas Internationalis: la Dignità di ogni persona”.