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L’appello di Arianna Meloni: “Siamo la Compagnia dell’Anello, sosteniamo Giorgia”. FdI chiude la direzione nazionale

“L’anello è pesante: dobbiamo aiutarla a portarlo senza mai indossarlo”. Con questa immagine tratta da Il Signore degli Anelli, Arianna Meloni, sorella della premier e capo della segreteria politica di Fratelli d’Italia, ha chiuso i lavori della Direzione nazionale del partito, riunita per quattro ore in un centro congressi a due passi da Piazza di Spagna a Roma.

L’anello del potere e il peso della leadership

“Abbiamo l’anello del potere, ma quell’anello impone grandi responsabilità”, ha scandito Arianna Meloni, rivolgendosi a circa 200 dirigenti. Un riferimento non casuale al romanzo di Tolkien, da tempo considerato una sorta di “testo sacro” per gli esponenti più ideologici di FdI. La metafora della Compagnia dell’Anello serve a ribadire un patto: unità attorno alla premier, soprattutto ora che il partito, dopo la “traversata nel deserto” all’opposizione, è diventato “il grande partito della Nazione”. “Questo è il tempo della responsabilità”, ha insistito la sorella della presidente del Consiglio, sottolineando come ogni membro del partito sia chiamato a “rispettare oneri e onori” fino al 2027.

La questione magistratura: sì alla battaglia, ma senza eccessi

Se l’appello all’unità è stato il filo rosso degli interventi, sullo sfondo resta acceso il conflitto con una parte della magistratura, riacceso dal caso dei 43 migranti rimpatriati dall’Albania e dalle indagini sulla ministra Daniela Santanchè. Tra i presenti, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha denunciato “attacchi di chi non vuole farci lavorare”, mentre il collega Nello Musumeci (Protezione civile) ha avvertito: “Se la politica perde autorevolezza, la magistratura ne occupa lo spazio”.

Tuttavia, la linea ufficiale del partito cerca di smarcarsi da toni da “guerra istituzionale”. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha precisato: “Essere garantisti non significa combattere la magistratura”, ricordando l’ammirazione di FdI per figure come Paolo Borsellino. Stessa cautela da Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione: “Noi non siamo contro la magistratura, ma in Parlamento per riformare la giustizia”.

L’assente illustre e il nodo “piazza”

Assente Giorgia Meloni, presente solo in spirito attraverso le parole della sorella, la direzione ha visto intervenire quasi tutti i ministri, tranne Daniela Santanchè, arrivata in sala ma uscita prima del termine per “impegni già presi”.

Tra i temi caldi, l’ipotesi di una manifestazione popolare contro le “toghe rosse”, avanzata da alcuni settori del partito. Un’idea che però viene ridimensionata: “Siamo già ogni giorno in piazza per ascoltare gli italiani”, ha tagliato corto Donzelli.

Le reazioni dell’opposizione

L’appello all’unità di FdI non è passato inosservato all’opposizione. Matteo Renzi ha ironizzato: “La sorella del premier che invita a sostenere il premier? Succede solo in Italia e in Corea del Nord”.

Dal PD, Debora Serracchiani ha attaccato la nota dei capigruppo FdI sulla Corte d’Appello che ha bloccato il trasferimento dei migranti in Albania: “Un invito implicito a individuare i giudici, fatto senza precedenti”.

Verso il 2027: uniti, ma con prudenza

Il messaggio finale della direzione è chiaro: sì alla difesa della Meloni da ogni “attacco”, ma senza avventurismi. “La legislatura è lunga, non possiamo prestare il fianco”, hanno fatto intendere i big del partito. Con l’anello del potere in mano, Fratelli d’Italia prova a bilanciare la retorica della battaglia con la necessità di sopravvivere a Palazzo Chigi fino alla scadenza naturale del mandato. La Compagnia dell’Anello, insomma, dovrà camminare compatta, ma guardando dove mette i piedi.

Pubblicato da
Giuseppe Novelli