Riad ammette: l’omicidio Khashoggi “atto premeditato”

Riad ammette: l’omicidio Khashoggi “atto premeditato”
Mohammed Bin Salman stringe la mano al figlio di Khashoggi, Salah (sx)
26 ottobre 2018

L’uccisione del giornalista dissidente Jamal Khashoggi è stato un atto “premeditato”: l’ammissione, inedita da parte della autorità di Riad, è arrivata dalla Procura generale saudita, che ha detto di aver ricevuto le informazioni fornite dagli inquirenti turchi. La Procura si è limitata poi ad affermare che le indagini proseguono, facendo anche menzione del “lavoro congiunto” da parte di Riad e Ankara. La versione ufficiale saudita sull’accaduto rimane attualmente quella di una “operazione non autorizzata” e di cui il principe ereditario Moahmmed bin Salman, considerato da più parti il probabile mandante, “non era stato informato”.

In totale la polizia saudita ha effettuato 18 arresti, mentre diversi alti responsabili dei servizi della sicurezza sono stati licenziati: di fatto, la stessa stampa saudita ha reso noto che il principe ereditario ha presieduto oggi la prima riunione di una commissione incaricata di riorganizzare i servizi segreti. Mohammed si era espresso ieri per la prima volta in pubblico dopo l’omicidio, intervenendo al forum Future Investment Initiative (FII) – boicottato da numerose aziende e personalità, sebbene stando a Riad tutte queste si siano successivamente scusate per l’assenza – definendo la morte di Khashoggi “un crimine odioso” e assicurando che “la giustizia prevarrà” e che non vi sarà alcuna rottura dei rapporti con la Turchia.

Da Ankara tuttavia si fa notare come vi siano ancora delle domande alle quali Riad deve fornire una risposta, in particolar modo l’identità dei mandanti e il luogo in cui si trovano i resti del giornalista assassinato: “Diciotto persone sono state arrestate, perché proprio loro? Chi ha dato l’ordine? Il corpo di Khashoggi non è stato ancora ritrovato: dov’è?” ha rilanciato il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. Secondo quanto riferito dalla televisione pubblica turca, la Trt, gli inquirenti hanno prelevato dei campioni d’acqua da un pozzo nel giardino del consolato, ma non sono stati autorizzati a controllarne l’interno. Riad ha invece autorizzato l’espatrio del figlio di Khashoggi, Salah, insieme ai suoi familiari si è imbarcato su un volo per Washington ed è arrivato oggi.

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Nei mesi passati le autorita’ del Regno avevano sequestrato il passaporto del ragazzo che ha la doppia cittadinanza (americana e saudita). E’ stato il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, a chiedere ai sauditi di rilasciare il giovane Khashoggi durante la sua visita a Riad. Il ragazzo e’ arrivato a Washington per unirsi agli altri fratelli che risiedono negli Usa. Il giovane, che ieri su Twitter aveva definito il padre “un martire”, martedì 23 ottobre aveva incontrato l’erede al trono saudita: gli scatti che riprendono la stretta di mano tra i due, lo scambio di sguardi, gli occhi pieni di tensioni di Salah hanno fatto il giro dei social di tutto il mondo.

Proprio dagli Stati Uniti giunge l’ultima novità per quel che riguarda le indagini: il direttore della Cia, Gina Haspel, avrebbe infatti ricevuto – ed ascoltato – dagli inquirenti turchi l’audio dell’interrogatorio e dell’omicidio di Khashoggi, e riferirà al presidente Donald Trump. Ciò potrebbe far aumentare la pressione sull’Amministrazione perché adotti dei provvedimenti più severi contro Riad, dopo la revoca dei visti a 21 cittadini sauditi, sospettati di essere coinvolti nell’omicidio.

Intanto, come hanno riferito fonti del governo tedesco, la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha avuto una conversazione telefonica con il principe ereditario saudita, Mohammed Bin Salman, nella quale ha condannato severamente l’uccisione del giornalista Jamal Khasshoggi. La cancelliera ha poi chiesto di fare piena luce sulla vicenda per chiarire in modo trasparente e credibile la dinamica di quanto avvenuto e accertare le responsabilita’. La Germania e’ pronta a prendere misure adeguate insieme agli altri partner europei. Nella conversazione si e’ anche parlato della situazione in Yemen e la cancelliera ha espresso preoccupazione per l’emergenza umanitaria nella regione.

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