Arman l’archeologo del futuro in mostra a Roma
Terzo Pilastro promuove retrospettiva dell’artista
Arman, l’archeologo del futuro, pittore-scultore francese naturalizzato americano che accumula, assembla o distrugge oggetti del quotidiano, tra cui strumenti musicali, ma come ha sempre precisato mai di qualità perché amava troppo la musica, è in mostra per la prima volta a Roma (fino al 23 luglio).
L’esposizione “Arman 1954-2005” è stata promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro, di cui è presidente Emmanuele Emanuele, che negli anni Sessanta ha conosciuto di persona questo artista curioso, giocoso, che sapeva muoversi con ironia nella contemporaneità: “In quella stagione ho avuto il privilegio di incontrare i grandi artisti, appunto, che a Milano onoravano il mondo dell’arte, tra cui Arman – ha raccontato, sottolineando – “Credo che Arman abbia rappresentato in quella stagione una visione, direi in qualche modo, coerente a una sua convinzione che così come nel surrealismo, nel dadaismo, un oggetto diventava protagonista diventava strumento di espressione artistica”.
L’ampia retrospettiva esposta in via del Corso (Palazzo Cipolla) presenta 70 opere, dagli esordi negli anni Cinquanta al 2005, anno di morte dell’artista, membro del gruppo del Nouveau réalisme francese, parallelo al movimento della Pop art americana. Il curatore della mostra Germano Celant: “Arman ha contribuito, sulla scia di Marcel Duchamp, al recupero dell’oggetto e a una situazione di scoperta dell’oggetto non nella sua autonomia, ma come un personaggio che ha un’anima, infatti viene tagliato, viene fatto esplodere, per rivelarne la personalità, non è solo quella di un’esteriorità tipica degli oggetti di consumo ma anche un personaggio che danza insieme ad altri personaggi, il frigorifero che danza assieme al carrello, il sedile che dialoga con la tagliatrice. Quindi c’è questo tentativo di umanizzare ma anche di distruggere, quindi c’è il doppio elemento di far leggere l’amore tra gli oggetti, ma anche che gli oggetti sono da odiare”.