L’Ars approva manovra di assestamento, governo Crocetta si spacca

L’Ars ha approvato con 30 voti favorevoli, uno contrario e 10 astenuti, la manovra di assestamento del bilancio per il 2015/2017. Erano presenti 41 deputati su 90. Assente in massa il gruppo del M5S. Hanno disertato anche gli esponenti di Grande Sud-Pid. Approvati gli articoli tecnici che accertano il disavanzo complessivo in quasi 7 miliardi di euro e prevedono la cancellazione dei residui attivi. Sui fondi per i consorzi di bonifica si e’ registrata anche uno scontro tra l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei e la collega all’Agricoltura Sara Barresi che chiedeva un incremento. Cancellati sette miliardi di residui attivi, cioe’ entrate che non si sarebbero mai materializzate, e “questa era l’unica risposta per consentire l’avvio del lavoro per i forestali gia’ da lunedi’ e per rifinanziare alcuni settori come i ciechi, i malati psichici, bambini affidati ad autorita’ giudiziaria”, dice Vincenzo Vinciullo, presidente della commissione Bilancio.

Sono stati sbloccati 38 milioni di euro da destinare ai Comuni, quasi 14 milioni per l’assessorato alla Salute. Un milione e 600 mila euro per ex province, fondi per Aras, Corfilac. Niente fondi ulteriori, invece, al Teatro di Messina, al Teatro Massimo di Palermo, allo Stabile di Catania. Rimasto invariato l’articolo che prevedeva 9 milioni per i forestali. Ridotto il capitolo per gli ex Pip, da 9 a 6 milioni e mezzo. Via libera anche agli interventi di manutenzione del territorio (1,5 milioni) e ai Cantieri di servizi (4 milioni). Resta invariato il contributo per i talassemici di 733 mila euro, mentre 475 mila andranno all’associazione agricoltori. Incrementato il fondo in favore dei consorzi di bonifica di 1 milione 125 mila euro. Ottocentomila euro alle societa’ partecipate, per il pagamento di stipendi per il personale che svolge gli straordinari e i notturni nei musei.

M5S “41 voti ci volevano e 41 deputati si sono ritrovati a votare in aula l’assestamento di Bilancio in un unico abbraccio che ha coinvolto maggioranza e finta opposizione. Solo Bernadette Grasso del Pid ha espresso un finto no, che, comunque, è stato determinante per togliere le castagne dal fuoco al governo. Se voleva veramente opporsi bastava che lasciasse l’aula. Per il resto la solita fiera dell’ipocrisia, con dieci astenuti che hanno fatto da stampella a Crocetta”. Così il M5S all’Ars denuncia “la sagra dell’incoerenza a sala d’Ercole, venuta chiaramente alla luce, grazie all’assenza del gruppo Cinquestelle”. “Abbiamo squarciato il velo dell’ipocrisia – commenta il capogruppo Giorgio Ciaccio – con le presenze contate è più difficile nascondersi, lanciare fulmini e saette dallo scranno e poi inchinarsi a Crocetta. Milazzo ha urlato ai quatto venti di non fare la stampelle del governo, ma i fatti dicono chiaramente che Forza Italia al completo è andata ben oltre: più che stampella è ormai un pilastro di cemento armato di questo esecutivo. Come tutto il resto della finta opposizione”.

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