L’asse tra Matteo e Forza Italia torna a spaventare la sinistra Pd

di Daniele Di Mario

La possibile riedizioni del Patto del Nazareno allargato anche alla giustizia spiazza la sinistra Pd. L’idea di mandare sotto la maggioranza in Senato sulle riforme costituzionali costringendo Renzi a trattare si scontra con il sostegno dei liberali di Verdini e il possibile accordo tra Renzi e Berlusconi. Così la minoranza Dem torna a evocare lo spettro della scissione, col premier che però non fa una piega: o il Ddl Boschi passa così com’è o il governo cade e si torna a votare. “Continuo a battermi nel Pd. Ma l’autunno sarà uno snodo cruciale – spiega Alfredo D’Attorre sul Corriere della Sera , parlando di scissione nel Pd – Personalmente, finché vedrò uno spiraglio all’interno per riaprire una prospettiva di centrosinistra, continuerò a battermi nel Pd. Se e quando non lo vedrò più, ne trarrò le conseguenze, a costo di regalare una gioia a chi non aspetta altro”, aggiunge l’esponente della minoranza Dem. A proposito delle riforme, alla domanda se la minoranza Pd cerchi un accordo con Forza Italia per cambiare Senato e legge elettorale, D’Attore replica: “Assolutamente no, non c’è alcuna richiesta di accordo. Piuttosto Renzi deve recuperare il senso del limite e capire che questa è una materia prettamente parlamentare”. Il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, sulle colonne dell’ Unità , cerca di smorzare i toni e convincere la minoranza a dialogare: “Non voglio immaginare una scissione. Sarebbe una sconfitta clamorosa, tornare sui passi peggiori del centrosinistra, costellato di divisioni che hanno favorito la destra. Non vogliamo rivedere quel film. Il mio appello è che si torni tutti a settembre con toni, idee e convinzioni diversi da quelli che vedo anche in queste ore”.

Per Martina bisogna riaprire il confronto nel Pd “e occorrono strumenti per far venire a galla queste riflessioni. L’idea di fondo però deve rimanere quella di un partito comunità che rema tutto dalla stessa parte. Con i suoi tratti di forza e i suoi limiti Renzi è parte della nostra storia, se non altro perché si è affermato tra la nostra gente. Eppure, alcuni lo vivono come un fastidio”. Ma l’ala renziana è mlto meno accomodante di Martina. “La riforma del Senato si farà, questa legislatura va avanti e ha un senso se arriva la riforma del Senato. Se il Parlamento non la fa, se la blocca, la svuota, si rimette in discussione tutto. Si apre un gigantesco problema politico”, spiega il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosa in un’intervista a la Repubblica . “Siamo interessati al dialogo, al confronto. Sia per tenere unito il partito, sia per allargare il consenso”, ma il Senato elettivo “è un tema chiuso, approvato in prima lettura alla Camera e al Senato, anche dalla stessa minoranza che poi cambia idea e vorrebbe rimettere mano al pilastro portante del testo”, spiega ancora Rosato, che infine rilancia la proposta di mediazione avanzata da Zanda sui listini ad hoc. Quanto alla possibilità che la minoranza Pd si allei con Forza Italia, Lega e MoVimento 5 Stelle per modificare il testo del ddl costituzionale presientato dal ministro Maria Elena Boschi, il capogruppo Dem osserva: “È curioso che proprio loro vogliano organizzare qualcosa di cui invece accusano noi. Ci chiedono di tenere unito il partito, poi minacciano di unire i loro voti a quelli di Grillo, Lega e Forza Italia. Ma così il partito si spacca”.

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