Scienza e Tecnologia

L’assistenza si fa con la realtà aumentata

In un momento in cui, a causa della pandemia di Covid-19, l’isolamento e il distanziamento sociale sono diventate la regola da seguire per limitare le occasioni di contagio, l’assistenza domiciliare – per esempio per una riparazione in casa – si può fare a distanza grazie alla realtà aumentata. La soluzione arriva dall’azienda Pikkart di Modena che ha messo a punto la piattaforma digitale AR Assistance 4.0.

“L’applicativo mobile – ha spiegato il marketing manager di Pikkart, Niccolò Barone – permette di comunicare tramite la condivisione audio/video in real time, abbinato a una tecnologia di realtà aumentata che acquisisce le immagini e riconosce gli oggetti sovrapposti alla condivisione audio e video. Quindi si riesce a sovrapporre immagini delle proprie mani e degli strumenti utilizzati e condividerle in tempo reale durante la proiezione delle immagini o del video che si condivide in quel momento”. In pratica basta inquadrare con uno smartphone o un tablet il pezzo danneggiato o difettoso e un tecnico specializzato in tempo reale sarà in grado di dirci cosa e come fare per ripararlo. Qeusta piattaforma è un esempio di come ricerca e tecnologia possano trovare una sintesi efficace in soluzioni che chiunque può utilizzare a costi contenuti – ha spiegato Lorenzo Canali, CEO di Pikkart – un valore aggiunto soprattutto in un momento di forti restrizioni come questo causato dal coronavirus.

CHE COSA E’ LA REALTA’ AUMENTATA

La AR (augmented reality), come viene chiamata in gergo, arricchisce la realtà con tutta una serie di informazioni da sovrapporre a quello che vedono gli occhi. La realtà aumentata è una tecnologia, relativamente recente, e in continua evoluzione. Se volessimo definirla, in maniera molto generica, si potrebbe dire che è la rappresentazione di una realtà alterata in cui, alla normale realtà percepita dai nostri sensi, vengono sovrapposte informazioni artificiali e virtuali. La realtà aumentata inizia a diventare di domino pubblico grazie ai Google Glass che, tramite un piccolo display posizionato sopra l’occhio, riempie il campo visivo di dati e informazioni sull’ambiente circostante di chi lo indossa. Ma concetto di AR, però, ancora prima di conquistare l’intero settore mobile, – quindi smartphone, laptop, tablet, occhiali e visori abbinati ad appositi software o applicazioni – muove i primi passi in ambiti molto più tecnici e specifici come quello militare, della ricerca scientifica e della medicina.

GOOGLE CI CREDE

Da Layar, ai Google Glass, il passo è breve. Il colosso di Mountain View coglie al volo le potenzialità dell’augmented reality, e con la mole di contenuti che gli arriva dai suoi innumerevoli servizi web, fa fare un ulteriore salto in avanti a questa tecnologia dal sapore fantascientifico. L’utente indossa gli occhialini e, usando semplicemente la voce o il touchpad integrato, fa ricerche su Google, scorrazza per il web, dà un’occhiata ai social network o legge le notizie online. Ma, poiché i Google Glass sono in costante comunicazione con lo smartphone, l’utente può anche telefonare, visualizzare e inviare SMS, scattare foto o registrare video da condividere, oppure farsi aiutare da Google traduttore o dalle Google Maps quando si è in difficoltà con una lingua straniera o una destinazione da raggiungere. Una tecnologia, insomma, che inizia gradualmente a cambiare il modo di vedere il mondo.

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