L’attacco dei vescovi di Sicilia: per governo, un animale vale di più di un migrante
Nel mirino della Chiesa siciliana il cosiddetto decreto sicurezza
“Il recente ‘decreto sicurezza’ del governo italiano, che contiene norme gravemente restrittive dei diritti dei migranti. Per paradosso, mentre si celebrano i settanta anni della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, questo decreto mette in grave insicurezza, sulla strada, tanti figli di Dio, nostri fratelli per la fede cristiana, a iniziare dai piu’ deboli, dalle donne e dai bambini, senza alcuna pieta’. Un animale in questo momento arriva a valere di piu’, in protezione, di un fratello nel quale il credente sa che c’e’ la visita stessa di Dio!”.
Lo scrivono i vescovi di Sicilia in un documento intitolato “Il Natale sara’ vero solo nell’accoglienza”. Problemi complessi, aggiungono, “vengono semplificati, creando contrapposizioni e climi emotivi che non costruiscono coesione e impediscono quella ragionevolezza che fa capire come sia impossibile fermare le migrazioni, ma anche come sia possibile e intelligente l’integrazione, perfino per l’economia e per il futuro del Paese”.
“Facciamo appello – dicono i vescovi dell’Isola – ai parlamentari e al governo, perche’ si facciano verifiche serie e si abbia l’umilta’ di ascoltare la voce di chi condivide le sorti dei piu’ poveri. Non dimentichiamo, piuttosto, che i problemi piu’ urgenti da affrontare sono un sano sviluppo economico che rigeneri lavoro e un forte contrasto alla mentalita’ e criminalita’ mafiosa e alla corruzione. Ritroviamoci piu’ decisi in questa lotta di civilta’ e di futuro per i nostri i giovani. Contro i forti prepotenti ci sia un forte e corale impegno! E con i deboli, invece, ci sia la capacita’ di chinarsi per diventare insieme ‘popolo appartenente a Dio, zelante nel bene'”.
La luce del Natale, “apportatrice di salvezza per tutti gli uomini”, prosegue il testo, “ci invita a far eco al Magistero di Papa Francesco che insistentemente chiede, in nome del Vangelo, di accogliere, proteggere, integrare quanti bussano alle nostre porte. E, in verita’, il quotidiano ‘lavorio della carita” della Chiesa cattolica in Italia e in Sicilia e’ rivolto da sempre verso tutti i poveri. Soprattutto i poveri ‘italiani’ che – a causa della crisi economica – sono sempre piu’ numerosi. L’amore per i poveri e’ una via obbligata per la testimonianza cristiana: per tutti e, dunque, anche per i nuovi poveri che giungono, migrando, sulle nostre coste siciliane. Natale sara’ vero solo nell’accoglienza”.
Cosi’, il patto globale sulle migrazioni approvato a Marrakech e’, oggi,” un quadro di riferimento per la comunita’ internazionale, perche’ la migrazione sia sicura, ordinata e regolare, come auspica Papa Francesco perche’ si ‘possa operare con responsabilita’, solidarieta’ e compassione nei confronti di chi, per motivi diversi, ha lasciato il proprio Paese'”. Quest’anno il presepe, ragionano i vescovi dell’Isola “viene costruito, sulle vie contorte della storia odierna, con una concretezza che all’inizio ci sconvolge e poi ci chiede accoglienza, ricordandoci che questo ci sintonizza con la volonta’ di Dio”.
L’accoglienza dei poveri, delle persone sole e dei migranti “sara’ il nostro presepe vivente 2018! Sara’ un atto di fede in Dio e un presepe di carita’. Sara’ la speranza che il mondo puo’ vincere paure e rancori. Facciamo appello alle famiglie e alle parrocchie perche’, raccordandosi con la Caritas e l’ufficio Migrantes, si attivino percorsi di accoglienza generosi e intelligenti”. Quindi l’appello a presbiteri perche’ illuminino “la coscienza dei fedeli sull’integrita’ della vita cristiana”. L’invito dei vescovi si allarga “a tutti gli uomini di buona volonta’, agli uomini di cultura, alle nostre citta’, perche’, come auspicava Giorgio La Pira, scelgano la pace e l’accoglienza”.