In questo viaggio è stata nel campo di Duhok, nel Nord Iraq, non lontano dal confine con la Siria. “Sono andata a visitare gli insediamenti in cui iracheni sfollati e rifugiati siriani sono alla disperata ricerca di un riparo dai combattimenti che hanno sconvolto la loro regione”, ha spiegato nel suo articolo, sottolineando che si tratta di persone che “sono testimoni di indicibili brutalità” e che “in quattro anni di guerra circa la metà dei 23 milioni di siriani sono stati sradicati dalla loro terra”, e “in Iraq più di due milioni di persone sono fuggite dal terrore scatenato da gruppi estremisti”. “Cosa puoi dire a una madre in lacrime mentre ti spiega che la figlia è nelle mani dell’Isis?, e che vorrebbe essere li con lei, anche se dovesse essere torturata e stuprata?”, ha scritto l’attrice-regista.
E ancora, cosa si può dire “ad una ragazzina di 13 anni che racconta di essere stata trascinata via dalla propria casa e violentata con altre amiche, tre alla volta?”, o a “quella giovane che mi ha confessato che quando suo fratello e’ venuto a sapere ciò che era accaduto si è suicidato”. “Nulla ti può preparare ad una realtà di tale miseria umana e a queste storie di sofferenza e di morte”, ha scritto ancora Jolie, notando che “gli aiuti umanitari arrivano, ma rappresentano solo una frazione di quello di cui i profughi hanno bisogno”, anche perché “gli appelli umanitari delle Nazioni Unite sono significativamente sotto-finanziati”.