L’autoritratto di Leonardo Da Vinci alla corte della Regina Elisabetta

L’autoritratto di Leonardo Da Vinci alla corte della Regina Elisabetta
16 gennaio 2022

Annalisa Di Maria, esperta d`arte, membro del Centro per l’Unesco di Firenze e specializzata nello studio di Leonardo Da Vinci, ha svolto uno studio approfondito sul disegno del codice Windsor rinvenuto nel 2019 nella “Royal Collection Trust” e che era stato attribuito a uno anonimo allievo di Leonardo e che raffigura secondo gli esperti il volto di Leonardo. Tuttavia, la ricerca condotta da Di Maria e numerosi elementi dimostrano una favorevole e probabile attribuzione alla mano del maestro, Leonardo Da Vinci, e dunque a un suo ulteriore autoritratto. 

La ricerca permette di datare il disegno tra il 1490-1499 grazie ad uno studio nel codice Windsor “RCIN 912290” con il quale è stato comparato. Questo confronto – si legge in una nota – mette in evidenza un piede di cavallo identico nella modalità di esecuzione a quello riscontrato nel disegno in esame. Il disegno studiato, dove si troverebbe il suo autoritratto, include uno studio delle proporzioni delle gambe corrispondenti al periodo indicato. Questo disegno riporta al suo interno molte scritte e numeri: un’analisi della calligrafia rispetto ai disegni del maestro ha mostrato che le iscrizioni assomigliano molto alla calligrafia così atipica di Leonardo Da Vinci. Il ritratto del giovane in basso a sinistra del disegno non è stato identificato ma la linea ricorda l’uomo di profilo “RCIN919122”. Entrambi hanno cappelli identici indossati nell’accademia platonica di Firenze guidata da Marsilio Ficino.

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Nell’Accademia Platonica di Firenze, i Filosofi lavorarono sui concetti del bello e del sublime rielaborando gli scritti greci.
La matematica era strumento essenziali per raggiungere questa perfezione assoluta di cui parlava Platone, era necessario avere una mente scientifica perché, come diceva Pitagora, “tutto è numero”. Per Leonardo, così per Platone, tutto era legato alla matematica qualunque fosse il campo studiato e la sua applicazione era essenziale nella sua creatività. E come scritto nella copertina del suo libro ‘Trattato della pittura’: “Nessuno mi legga se non è un matematico”. Proprio come i greci, la sua ricerca delle proporzioni ideali era più importante della rappresentazione realistica del corpo. Chiave della bellezza e della perfetta armonia, era il rapporto aureo apparso per la prima volta nel pensiero greco con Pitagora a cavallo tra il VI e il V secolo a.C. Dal Rinascimento, studiosi, artisti e architetti che studiarono questo rapporto parlano di “proporzione divina”.

Luca Pacioli, matematico, che pubblicò “De Divina Proportione” disse di Leonardo che era maestro di geometria nel disegno e che nessuno era uguale a lui. Di Maria ha effettuato uno studio matematico dove riporta che il viso è diviso in tre parti: dal mento al naso, dal naso alla retina dell’occhio e dalla retina alla fronte. Questa stessa distanza è divisa in due e consente la stessa distanza: dal centro della bocca al centro del naso, dal centro del naso all’arcata sopraccigliare. Nonostante il viso non sia completamente di profilo, le misure di proporzionalità vengono rispettate e si adattano in base all’inclinazione. In questo ritratto sono visibili i due occhi e per avere suprema armonia la distanza degli occhi è uguale alle distanze delle misure sopra citate. Questo disegno è stato composto sulla base di “Il seme della vita” che è il centro del fiore della vita (codice atlantico). Questo nuovo cerchio gira intorno alla bocca e crea due nuovi punti di intersezione creando nuovi cerchi fino ad ottenere questo seme di vita. In questo volto, la distanza tra le due retine è il raggio di ciascun cerchio. Le due retine sono centri di un cerchio.

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Questi due cerchi passano per lo stesso punto creando un “punto di intersezione” che diventerà a sua volta il centro di un cerchio. La metodologia di lavoro scoperta dall’esperta Annalisa Di Maria ha permesso ai ricercatori scientifici francesi di svelare una nuova formula per la sezione aurea che semplifica anche la creazione di quadrati e rettangoli aurei. La scoperta di questa nuova formula è straordinaria per il mondo dell’arte – si puntualizza ancora nel comunicato – perché permette di capire la metodologia di lavoro di Leonardo Da Vinci. Gli occhi sono la base e consentono il posizionamento del naso e della bocca secondo l’inclinazione del viso e dello sguardo. Questo metodo è stato utilizzato a confronto sulla Gioconda e sull’autoritratto di Torino e mostra lo stesso approccio lavorativo. Vediamo che applicando la formula nei ritratti dei suoi probabili allievi come Bernardino Luini, il posizionamento è diverso. Uno dei segreti di Leonardo è stato appena svelato grazie alla devozione dall’esperta Di Maria.

La radice quadrata di 3 e la sezione aurea simboleggiano equilibrio e armonia. Annalisa Di Maria ha potuto dare uno sguardo nuovo all’opera del Maestro e, contribuendo a questa scoperta, gli scienziati hanno deciso di chiamare questa nuova applicazione della proporzione divina, “La formula Di Maria”. Leonardo Da Vinci ha voluto evidenziare nei suoi ritratti l’espressività della anima e in particolare la sua vita interiore. Quest`opera abbagliante, mette in luce la magia della scienza e non può che essere opera di un genio. Annalisa Di Maria – conclude la nota – sarebbe onorata di poter approfondire lo studio de visu presso la “Collezione Reale”, al fine di poter studiare ancora più con precisione il tratto, per poter eventualmente confermare l’attribuzione a Leonardo Da Vinci che sembra essere dopo tutti questi elementi altamente probabile.

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