Il lavoro dei Caschi Blu della Cultura nelle zone del sisma

Ecco la squadra che recupera il patrimonio culturale nel centro Italia

Il lavoro dei Caschi Blu della Cultura nelle zone del sisma

Lavorano senza sosta i “Caschi Blu della Cultura”, la task force specializzata nel recupero del patrimonio culturale e attiva nelle aree più colpite dalle scosse sismiche iniziate a fine agosto nel Centro Italia, tra i comuni di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Qui siamo a Visso, nelle Marche, in provincia di Macerata, paese quasi interamente distrutto dopo il terremoto di ottobre. Ci sono centinaia di opere da salvare e mettere in sicurezza. E il loro destino è nelle mani dei Caschi Blu, esperti, storici dell’arte, carabinieri specializzati nella tutela del patrimonio, vigili del fuoco e volontari; sono la versione “culturale” dei Caschi Blu dell’Onu per la pace. Il capitano Paolo Montorsi: “Parliamo anche di candelabri piccoli, statue, reliquari, in una-due settimane pensate che sono stati recuperati circa 5.000 beni culturali”.

Una volta recuperate, le opere vengono catalogate e passano nelle mani dei restauratori e degli archeologi se sono state danneggiate. Il lavoro è tanto, il personale poco. Sonia Melideo storica dell’arte del ministero dei Beni culturali: “C’è bisogno di un aiuto, di manovalanza, le opere sono tante e il recupero è impegnativo, i luoghi sono angusti, servono i mezzi per entrare”. Pierluigi Moriconi, anche lui storico dell’arte. “Gli affreschi, le statue, è un continuo cantiere”. Grazie a un accordo tra Italia e Unesco, squadre del genere in futuro saranno inviate in tutto il mondo per la salvaguardia del patrimonio storico e artistico, nelle zone devastate da conflitti o disastri naturali, come nell’antica Palmira, quando sarà più sicura. Ma, al momento, la priorità è mettere in salvo i nostri tesori.