Nel nuovo romanzo della scrittrice ligure, dal titolo Storie di draghi e di Sembrò, il lettore viene subito rapito dalla consapevolezza di trovarsi all’interno di un passato che può essere quello di tutti, quello dell’Italia degli anni Sessanta in un paesino rurale al confine tra Liguria e Piemonte. Ma fin dall’inizio si comprende di non leggere una storia comune bensì di inoltrarsi tra le righe di un mistero, di un’avventura che man mano diviene più coinvolgente proprio perché porta i protagonisti principali, Marina e Gantelm, ancora adolescenti, a lanciarsi alla scoperta di un luogo nascosto, sinistro ma trasudante segreti e pulsante di storia che, man mano che le pagine scorrono, si rivelerà anche al lettore. Tutto inizia con il ritrovamento da parte di Marina di un libro antico scritto in Linguadoca che entrambi i ragazzi si precipitano a voler decifrare, forti della preparazione accademica che solo la scuola di quei tempi sapeva dare in modo tanto completo; e lì scoprono le indicazioni per andare alla ricerca di quello che da fuori sembra una tana di volpi ma che all’interno svela le sue radici antiche risalenti addirittura ai tempi degli Etruschi. Da quel momento in avanti il ritmo del romanzo accelera visibilmente e l’importanza della scoperta si intreccia con l’arrivo di personaggi loschi, di momenti in cui i due protagonisti condividono le esperienze che li portano a legarsi nell’innocenza della loro età, di scienziati e di scoperte artistiche e archeologiche di inestimabile valore.
Tra cui il ritrovamento di immagini del drago buono che protegge il tempio e che, diversamente dall’accezione negativa che si dà a quella figura nell’iconografia cristiana, in quel caso si rivela essere un’immagine positiva, riprodotta in varie fogge e forme per indicare quanto sia stata fondamentale per difendere i tesori all’interno. Ipotesi su riti di streghe e stregoni, cenni storici che svelano il passato di quei luoghi tanto vicini alla Francia, notizie sulle conquiste dei territori avvenute nel corso dei secoli a partire dagli Etruschi, passando per Napoleone e per i Savoia, il romanzo non è solo un racconto bensì diventa un modo per scoprire una parte del nostro passato che non può non affascinare.
Laila Cresta mostra, in questo nuovo lavoro, l’abilità di affrontare temi importanti con grande leggerezza di scrittura, usando un linguaggio scorrevole e comprensibile, che le viene dai tanti anni di insegnamento nelle scuole, e che rende la lettura agevole, facile e avvincente così come se si stesse guardando un film. Sceglie la formula del libro che racconta la storia, l’autrice, così che il desiderio di scoperta permetta al lettore di trovarsi protagonista, di sentirsi parte del romanzo e di accompagnare i ragazzi all’interno del tempio, aprendo porte e scoprendo passaggi segreti insieme a loro, col fiato sospeso per la curiosità di scoprire cosa si nasconda dietro un passaggio e col brivido di avanzare nel buio illuminati solo da una torcia.
Mostra anche il parallelismo di come le paure del passato, quelle nei confronti dell’esistenza di satanisti, orfisti, spesso derivanti da pregiudizi generati dal timore di ciò che viene visto e percepito come diverso – come nel caso dell’autore del libro antico che in realtà molto probabilmente era semplicemente un patriota risorgimentale -, restino invariate anche nel presente, presente in cui gli orchi, i pericoli, sono costituiti da personaggi apparentemente normali che poi si rivelano capaci di compiere azioni ben peggiori di quanto l’immaginario di un passato legato alla non conoscenza potesse spaventare i nostri antenati. Ma, con buon spirito positivo, arriva il senso della giustizia a mettere tutto a posto, arrivano le autorità a salvaguardare le persone buone, quelle che agiscono non per un secondo fine bensì solo e unicamente con la spontaneità di chi si muove in buona fede, senza pensare a un tornaconto personale.
La storia d’amore tra i due protagonisti fa da sfondo a quest’avventura incredibile, amore che si scopre subito ma si consolida durante gli episodi che si susseguono per tutto il libro, come se ciò che vivono insieme, così come le serate di ballo in piazza, i bagni notturni nel lago, gli appuntamenti all’alba per veder sorgere il sole, non possa fare a meno di avvicinarli ogni giorno di più fino al punto di desiderare di essere vicini anche dopo la fine di quell’indimenticabile vacanza. Laila Cresta, autrice del best seller La grammatica fondamentale, ha già scritto diversi gialli ambientati nelle campagne liguri e nella città di Genova, saggi sull’educazione, come Col buonsenso dei nonni già recensito all’interno di questa mia rubrica (http://www.ilfogliettone.it/col-buonsenso-dei-nonni-manuale-genitori-moderni-laila-cresta/), e poi ancora saggi sulla poesia, sugli haiku, sillogi di poesia e ha ricevuto premi dai comitati di diversi premi letterari.
Storie di draghi e di Sembrò
di Laila Cresta
Edizioni Delos Digital
Anno 2018
Collana: Fantasy Tales n. 36
Formati: Epub, Kindle
Prezzo: Euro 2.99
Link per l’acquisto: http://delos.digital/9788825406290/storie-di-draghi-e-di-sembro
https://www.amazon.it/dp/B07DR76LDF?tag=fantascienzac-21