La Lazio dovra’ andare a vincere in Ucraina (o pareggiare segnando almeno 3 reti) per guadagnarsi i quarti di Europa League. Contro una Dinamo priva di campioni, ma ordinata e compatta, i primi 90 minuti terminano 2-2. Si spezza cosi’ la tradizione che fino ad ora aveva visto i biancocelesti battere sempre, in casa, le squadre ucraine nei cinque precedenti europei. Il pareggio con gol va ovviamente benissimo alla Dinamo, passata addirittura in vantaggio in avvio di ripresa, dopo un primo tempo condotto tutto all’insegna del ‘primo non prenderle’. Il gol subito al 7′ ad opera di Tsyganov e’ la benzina che serve ai ragazzi di Inzaghi per uscire dal torpore e mettere finalmente in pratica la differenza tecnica che c’e’ tra le due formazioni. Arrivano le reti di Immobile e Felipe Anderson a ribaltare un risultato che non rifletteva quanto visto in campo. Ma la difesa laziale non e’ in serata (malissimo Wallace, male De Vrij) ed al 34′ il brasiliano Moraes inventa una parabola imprendibile per Strakosha. Poi ci si mette anche la mala sorte quando, al 5′ di recupero, Immobile scavalca Boyko con un bel pallonetto ma centra il palo. Ora la qulficazione si fa dura, ma non impossibile. A patto che nel freddo ucraino la Lazio ritrovi il proprio miglior gioco. Non quello visto all’Olimpico. Il turnover di Inzaghi lascia inizialmente in panchina Parolo e Luis Alberto, sostituiti da Basta e Felipe Anderson, mentre Lulic – uno dei piu’ “spremuti” da inizio stagione – riposa.
Khatskevich si copre a centrocampo e rinuncia a Moraes, suo miglior marcatore con 6 reti. Emozione nel minuto di silenzio per Astori, ma le due squadre non portano il lutto al braccio. Corsa e fisicita’ sono le armi alle quali si affida la Dinamo vista all’Olimpico, che ha palesemente una missione precisa: limitare al massimo i danni qui, per giocarsi tutto sul campo amico tra una settimana. Il 4-2-3-1 dell’allenatore bielorusso diventa un 4-5-1 quando non la palla e’ tra i piedi degli avversari. Contro un centrocampo cosi’ folto ed una linea difensiva con tanti chili e centimetri, Immobile e’ spesso costretto ad indietreggiare per cercare palloni giocabili. Da destra Felipe Anderson sforna cross a ripetizione, senza pero’ trovare chi li trasformi in pericoli per Boyko. La migliore occasione al 25′, quando Burda anticipa di un soffio Immobile, su un cross di Lukaku. La Lazio fa la partita, ma la Dinamo non va mai in affanno. La prima, confusa, sortita in avanti degli ucraini arriva solo al 37′ e frutta appena un angolo. La ripresa si apre con la prima sbandata della retroguardia laziale, che costa il vantaggio ucraino, siglato con un colpo di tacco che Tsyganov raccontera’ ai nipotini. Passata in svantaggio finalmente si accende la linea avanzata e Felipe Anderson prima lancia Immobile per l’1-1, quindi sfrutta al meglio la verticalizzazione di Milinkovic. Risultato raddrizzato, ma solo fino al momento in cui Moraes (entrato al posto di Shaparenko) inventa il tiro che Strakosha non puo’ prendere, complice ancora un’amnesia difensiva. Ed al 95′ la beffa del palo di Immobile chiude i giochi.