Meloni e la telefonata con Ursula. “Collaborazione prosegue”

Meloni e la telefonata con Ursula. “Collaborazione prosegue”
Ursula von der Leyen
19 luglio 2024

La linea ai suoi parlamentari l’ha data direttamente Giorgia Meloni, con un messaggio, subito dopo l’ufficializzazione della decisione di Fratelli d’Italia di votare contro il bis di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. Una frase che suonava più o meno così: “Con lei ho un buon rapporto, continuiamo a collaborare”.

Non è un caso, dunque, che sia sostanzialmente questo il tenore dei comunicati prodotti in massa dai parlamentari di Fratelli d’Italia, così come dello stesso video di 50 secondi fatto dalla premier: da una parte la rivendicazione della coerenza della linea assunta, dall’altra un certo riguardo nei confronti della presidente appena rieletta. E’ il sunto della contro-narrazione meloniana rispetto alle accuse che le sono arrivate dalla sinistra di aver messo se stessa, e con lei l’Italia, in una posizione di irrilevanza nei salotti che contano a Bruxelles.

Il momento della verità, inevitabilmente, non potrà che essere l’ufficializzazione del nome del commissario affidato all’Italia e il peso della delega che sarà concessa. Nel frattempo, ciò che emerge da chi nelle ultime ore ha seguito da vicino la trattativa, è che ci sarebbe stata una telefonata, tra ieri sera e stamattina, tra Meloni e von der Leyen in cui la presidente del Consiglio ha annunciato la decisione di votare contro. E che proprio il frutto di quella conversazione abbia spinto la premier a dirsi convinta che la decisione non avrà ripercussioni sul portafoglio al commissario che – il ‘papabile’ in campo è sempre lo stesso – dovrebbe essere Raffaele Fitto.

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Il ragionamento è che la stessa von der Leyen non poteva non comprendere che di fronte a una dichiarazione di voto favorevole dei Verdi sarebbe diventato impossibile per Fratelli d’Italia aggiungere i propri voti. Parte di questa sicurezza trasmessa a chi ha avuto modo di parlarle, deriva non soltanto dall’assunto che comunque l’Italia avrà il posto che si merita come paese fondatore, ma anche dalla convinzione che la riconfermata presidente non abbia interesse a “entrare in conflitto con uno dei governi più stabili d’Europa”.

Sottinteso: altrettanto non si può dire per Macron e Scholz che – certo viene messo in conto – proveranno a mettere sulla bilancia della formazione della nuova commissione la decisione di Meloni di far votare contro i suoi deputati. C’è poi, ovviamente, anche un fronte interno. Meloni sa bene che se avesse votato a favore si sarebbe trovata Matteo Salvini pronto a puntare il dito contro la scelta di “fare inciuci” negando tutto ciò che era stato ripetutamente promesso. “Al di là delle dichiarazioni pubbliche – dice sarcastico un alto esponente dei meloniani – non credo che il leader della Lega oggi abbia festeggiato”.

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