Il tragico incidente dell’Airbus A320 della Germanwings riaccende inevitabilmente i riflettori sul tema della sicurezza area. Il portale AirlineRatings.com, in particolare, si occupa di redigere vere e proprie pagelle delle compagnie aeree in servizio, assegnando ad ognuna di loro un punteggio da zero a sette per la sicurezza. E ogni anno pubblica una sorta di classifica delle più affidabili e delle meno affidabili. Stando ai dati dello scorso anno, la compagnia aerea più sicura in assoluto resta l’australiana Qantas. Fondata nel 1920, i suoi velivoli non sono mai stati coinvolti in incidenti fatali dall’inizio dell’era dei jet (l’ultimo disastro aereo legato alla Qantas risale al 1951) ed è costantemente in prima linea quando si tratta di innovazioni tecniche. Immediatamente alle sue spalle, tutte con un punteggio di sette stelle e con menzione d’onore per i nuovi sistemi di sicurezza sperimentati, troviamo altre nove compagnie d’eccellenza: in ordine alfabetico, Air New Zealand, British Airways, Cathay Pacific Airways, Emirates, Etihad Airways, Eva Air, Finnair, Lufthansa e Singapore Airlines. Il portale ha poi stilato una speciale classifica riservata alla categoria low cost, dove i voli devono sì essere più economici, ma non per questo meno sicuri. In questo caso, le prime dieci posizioni sono occupate da Aer Lingus, Alaska Airlines, Icelandair, Jetblue, Jetstar, Kulula.com, Thomas Cook, TUI Fly, Virgin America e Westjet. A oggi, sono 148 le compagnie aeree a punteggio pieno.
Ed è da sottolineare che anche la Germanwings, fino a poche ore fa, faceva parte di questo gruppo. E ancora. Ci sono almeno 50 flotte delle 449 recensite con un punteggio pari o inferiore alle tre stelle. La Kam Air, la Nepal Airlines, la Scat e la Tara Air hanno addirittura una sola stella sul fronte sicurezza. E si aggiudicano così dunque il ben poco ambito titolo di compagnie meno affidabili del mondo. Come è stata stilata la classifica. Ma quali sono i parametri utilizzati da AirlineRatings.com per stilare questa top10? Innanzitutto l’approvazione da parte della Federal Aviation Administration (per quanto riguarda l’autorizzazione al volo nei cieli americani) e della nostra Unione Europea. Seguono l’inserimento nel registro Iosa (lo Iata Operational Safety Audit, che accerta centinaia di standard basati sulla sicurezza operativa e sulla qualità dei voli), la capacità di soddisfare completamente o parzialmente i parametri dell’International Civil Aviation Organization e la data dell’ultimo incidente con vittime.