L’Arcispedale di Santo Spirito in Saxia a Roma, da molti ritenuto l’ospedale più antico d’Europa, torna a nuova vita. E’ infatti terminato il restauro delle “Corsie Sistine” costruite nel 1475: due enormi sale, ognuna lunga oltre 60 metri, affrescate con un imponente ciclo pittorico e inframmezzate da un ciborio attribuito al Palladio. Alla cerimonia di inaugurazione anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha espresso “pieno apprezzamento” per il restauro firmando un foglio che verrà inserito nel codice miniato dei benefattori dell’ospedale.
Le origini del Santo Spirito risalgono addirittura al 727 d.C., quando Ina, re dei Sassoni, istituì la “Schola Saxonum” per dare ospitalità ai propri conterranei in pellegrinaggio a Roma. Una storia di accoglienza lunga secoli dunque, che lo ha sempre visto protagonista nell’accoglienza di poveri, pellegrini, neonati abbandonati. Un’importante eredità, l’ha definita il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “Noi – ha detto Zingaretti – sentiamo fortissima ancora oggi, quindi, la responsabilità che ci viene dall’aver ereditato questo patrimonio, una eredità concreta, incarnata da eccezionali beni storici come il Santo spirito ma anche un’eredità morale”.
Di fronte a una storia così lunga si fatica a credere che a pochi metri da qui, come ha rivelato il direttore generale della Asl Roma 1, Angelo Tanese, le strutture più recenti del Santo Spirito siano oggi in prima linea nell’affrontare l’emergenza Covid. “Una storia di costante presenza che si ripete, la storia di una comunità e di una istituzione che si rinnova ma che conserva la sua funzione di servizio ai più deboli. Può mutare il contesto ma i principi fondanti questa grande opera di carità non mutano”, ha sottolineato Tanese. Dopo decenni di incuria, il restauro dell’edificio è stato realizzato dalla Asl Roma 1 grazie a un finanziamento della Regione Lazio, sotto la supervisione della Sovrintendenza Speciale della Capitale.