Le famiglie italiane alle prese con la potenza disgregatrice degli smartphone, la cui fruizione individuale tende a spezzare le relazioni e i momenti conviviali, mentre al contrario la televisione torna ad essere occasione di riunione e condivisione. E’ uno degli aspetti più interessanti emersi dal “1° Rapporto Auditel-Censis su convivenze, relazioni e stili di vita delle Famiglie italiane”, che ha scattato una fotografia aggiornata sulla società attraverso l’analisi delle dotazioni delle famiglie, le interazioni e i ruoli decisionali, i consumi mediatici.
Ne viene fuori che le case italiane sono stracolme di elettrodomestici, che lo smartphone è utilizzato dalla quasi totalità dei membri delle famiglie, indipendentemente dalla condizione socioeconomica, e quasi esclusivamente in solitudine. Sono 28 milioni gli italiani che guardano lo smartphone perfino di notte. Quasi 12 milioni quelli perennemente connessi attraverso il cellulare. Per contro, la televisione, soprattutto nelle sue nuove forme di smart tv, si prende una piccola rivincita “sociale”, come ha spiegato il presidente dell’Auditel, Andrea Imperiali.
“Sì, diciamo che rispetto al passato, dove la televisione, era accusata di essere un po’ l’elemento di disgregazione della famiglia anche per l’uso e la fruizione compulsiva in alcuni Paesi tra cui l’Italia, dove l’utilizzo della televisione effettivamente è molto diffuso, oggi con i device digitali che invece provocano proprio una disgregazione individuale, una disconnessione all’interno della famiglia a causa della connessione digitale, la televisione resta uno di quei luoghi dove la famiglia si riunisce, dove condivide qualche esperienza, la fruizione di qualche contenuto, lo commenta, ha delle interazioni, insomma dove ancora si svolgono quei momenti di interazione, di affettività, di scambio del nucleo familiare, quindi tutto sommato è ancora uno di quei momenti di cui la famiglia ha bisogno”.
Ma dalla ricerca emergono altri spunti interessanti. Tra tutti, quello della moltiplicazione delle convivenze, per motivi principalmente economici, e il fatto che nella maggior parte di queste convivenze il ruolo di capofamiglia sia ormai assunto dalle donne. Forse il cambiamento più rilevante nella società italiana, come ha spiegato Giuseppe De Rita, presidente del Censis. “Secondo noi il punto cruciale sta lì, nella modifica della struttura sociale, quei 6 mln di donne che fanno da capofamiglia modificano sostanzialmente il panorama”. Ma in queste famiglie, in queste convivenze, siamo tutti destinati a stare soli davanti a uno schermo? De Rita non crede a scenari distopici: “Chi ha visto, come abbiamo visto noi, l’Italia cambiare dal ’50 in poi sa che è cambiata tantissimo, in avanti e indietro, in avanti e di lato, e questo purtroppo non viene capito. Si pensa sempre che se c’è una novità questa continuerà per tutta la vita, non è vero”.