Le Ferrovie abbandonano la Sicilia: tagli sulla Palermo-Catania e Roma. Pendolari e sindacati in rivolta

­

treno-ferrovie

La Sicilia perde il treno. Anzi, piu’ di uno col nuovo orario del trasporto ferroviario entrato in vigore ieri. Se da un lato sono stati inseriti i nuovi collegamenti Modica-Ragusa-Palermo, dall’altro sono stati cancellati diversi servizi, con un’offerta complessiva in termini di km/treno inferiore rispetto all’orario precedente. In particolare a venir meno e’ il servizio di due collegamenti andata e ritorno fra Palermo e Catania, il primo del giorno nel capoluogo siciliano e l’ultimo della sera dal capoluogo etneo (il 3800 e il 3813 che servivano almeno un centinaio di viaggiatori a tratta). “Il tutto nel silenzio piu’ assordante della committente Regione siciliana mentre Trenitalia tende solo a fare profitto”, denunciano dalla Fit Cisl Sicilia. Il clima di incertezza generato dal dietrofront della Regione relativo all’affidamento del servizio per 15 anni e la conseguente rivisitazione del progetto da parte di Trenitalia per un affidamento di 10 anni, spiegano Amedeo Benigno segretario generale Fit Cisl e Mimmo Perrone segretario Fit Cisl Ferrovie, aggravato dalla mancanza di risorse aggiuntive ai 111 milioni 500 mila euro previsti per il contratto di servizio, “hanno generato nell’immediato una riduzione dei servizi offerti ai cittadini, mettendo in serie difficolta’ lavoratori e studenti pendolari”.

Anche sul fronte dei collegamenti a lunga percorrenza e’ prevista una riduzione del servizio con la cancellazione di un collegamento andata e ritorno Siracusa-Roma dal prossimo 15 gennaio stabilita nel contratto di servizio universale (il 1958 e 1960 che parte alle 21.10 che collega anche Palermo alla capitale). “Treno peraltro sempre pieno quindi non riusciamo a comprenderne la logica”, accusa il sindacato. Sul fronte del quadro infrastrutturale, preoccupa fortemente “la staticita’” dei cantieri presenti nella citta’ di Palermo relativi al passante e all’anello ferroviario con forti ritardi sui tempi di consegna delle opere e difficolta’ perfino ad ipotizzare tempi ben definiti anche per il raddoppio Fiumetorto-Ogliastrillo ed il potenziamento Palermo-Agrigento, senza dimenticare la linea Palerm -Trapani via Milo sospesa dall’esercizio nel febbraio 2013 per gravi carenze infrastrutturali e i relativi interventi correttivi fermi ancora alla fase di progettazione preliminare.

Pesa poi l’assenza di certezze per il raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo, il Nodo di Catania e la riattivazione della Caltagirone-Gela chiusa da maggio 2011. Atteso inoltre l’inizio dell’avvio dei cantieri sulla Catania-Palermo. Sottolineano Benigno e Perrone: “Anche l’ultimo Governo nazionale non ha esitato a lanciare annunci sul ponte sullo Stretto ritenendola un’opera prevalentemente ferroviaria, continuando a non prendere in considerazione la possibilita’ di uno sviluppo ed ammodernamento dell’attuale sistema di attraversamento con un semplice piano di rinnovo della flotta navale”. Insomma un quadro generale definito “sconfortante”, in netta controtendenza al resto del Paese in termini di strategicita’ del trasporto su ferro per lo sviluppo sociale sostenibile del territorio. “Non e’ concepibile – concludono – che solo sciagure come il crollo di un pilone di un viadotto autostradale riescano a portare attenzione della politica di tutti i livelli verso il sistema di trasporto ferroviario, anche in ottica di sviluppo dei flussi turistici e’ arrivato il momento in cui la Regione e la politica, con il presidente Crocetta in testa, passino davvero dalle parole ai fatti”.