Grandi manovre in Cgil in vista del 18esimo congresso confederale che si svolgerà dal 22 al 25 gennaio prossimi a Bari, l’ultimo di Susanna Camusso da leader dell’organizzazione. Il percorso è iniziato in primavera con la nomina della commissione che ha scritto il regolamento e fissato il calendario dei congressi di categoria.
In lizza per la successione a Camusso, il cui mandato scadrà il 3 novembre, ci sono tre candidati: Vincenzo Colla, 56 anni di Alseno (Piacenza), esponente dell’ala riformista; Serena Sorrentino, 40 anni di Napoli, numero uno della funzione pubblica; e Maurizio Landini, 57 anni di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), ex capo dei metalmeccanici della Fiom e componente della segretaria nazionale della Cgil. Si tratta però di candidature non ufficiali, quindi non avanzate in maniera formale. Per prassi è il segretario generale uscente a indicare il nome del nuovo leader, ma ad oggi Camusso non ha sciolto la riserva. Segno che i giochi delle alleanze non sono ancora fatti. Fonti di corso d’Italia riferiscono che potrebbero esserci delle sorprese rispetto alle posizioni ai nastri di partenza.[irp]
Al vertice della Cgil potrebbe infatti arrivare Landini, proprio il meno accreditato alla vigilia. Il riformista Colla era partito molto forte, potendo contare sull’appoggio dei pensionati dello Spi e delle categorie dei chimici-tessili (Filctem), edili (Fillea), trasporti (Filt) e telecomunicazioni (Slc). Col passare delle settimane si starebbe però facendo strada l’idea che il sindacato debba essere guidato da una personalità in grado di dialogare non solo con le forze parlamentari tradizionali, Pd e vari cespugli della sinistra, ma anche con un movimento come quello dei Cinque Stelle, oggi al governo del Paese, che riscuote molte simpatie nella base del sindacato.
Questa personalità risponde al nome di Landini, leader carismatico e uno dei volti più noti della confederazione, che, partito in svantaggio rispetto agli altri, alla fine potrebbe superare gli sfidanti sul filo di lana. In corso d’Italia riferiscono che Landini potrebbe incontrare sulla sua strada un alleato insperato fino a ieri: l’uscente Camusso. Il candidato dell’attuale segretario generale sarebbe in realtà Sorrentino. Giovane, molto apprezzata, Sorrentino paga però qualcosa in termini di esperienza e visibilità esterna e per la gestione di un’organizzazione assai complessa questo potrebbe rivelarsi un punto debole, almeno nell’attuale fase politica caratterizzata da una certa confusione a sinistra.[irp]
Ecco allora che si fa largo un’altra ipotesi: un passo indietro di Sorrentino e il via libera di Camusso a Landini. Una mossa che ribalterebbe i rapporti di forza interni e che porterebbe l’ex capo della Fiom alla guida della Cgil. In corso d’Italia raccontano che Camusso starebbe pensando seriamente a questa ipotesi, nonostante nel passato i rapporti con Landini siano stati a volte complicati, in modo particolare ai tempi della Coalizione Sociale, un progetto finito poi nel dimenticatoio che avrebbe dovuto mettere insieme associazioni e sigle di sinistra in aperta contrapposizione col Partito democratico di Matteo Renzi.
Camusso potrebbe rompere gli indugi già entro questo mese. La scelta dovrà essere ufficializzata prima dei congressi di categoria. Il movimentismo dell’ex capo della Fiom sarebbe una vera e propria svolta per la Cgil, più abituata a guide moderate e meno trasversali rispetto al tradizionale mondo politico di riferimento. L’assise di Bari (si torna nel capoluogo pugliese dopo il congresso del 2-7 luglio 1973) potrebbe dunque segnare l’inizio di una nuova era per corso d’Italia, rivoluzionando i propri punti di riferimento in Parlamento, magari convergendo con il M5S su riforme come Jobs act e pensioni con l’obiettivo di modificarle in maniera radicale.