Le lacrime del figlio di Borsellino e l’abbraccio di Mattarella

E’ stato l’abbraccio tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Manfredi Borsellino, il momento più emozionante della commemorazione di Paolo Borsellino, svoltasi stamani al Tribunale di Palermo. Il capo dello Stato ha ascoltato l’emozionante intervento del figlio del magistrato ucciso nel ’92, e subito dopo si è alzato in piedi per stringerlo a sè, mentre Manfredi si abbandonava ad un pianto liberatorio trattenuto durante l’intervento nell’aula magna del tribunale. Manfredi Borsellino, commissario della polizia di Stato, che raramente in questi 23 anni è intervenuto alle commemorazioni del padre, oggi ha preso la parola “a nome della sorella Lucia”, oggetto di presunte intercettazioni che riguardano il medico personale di Crocetta, Matteo Tutino.

“Lucia ha portato per oltre un anno una croce – ha detto Manfredi -. Ma è rimasta assessore fino al 30 giugno perché ama a dismisura il suo lavoro, voleva davvero una sanità libera e felice. E’ rimasta per amore di giustizia, poi non ce l’ha fatta più non so con quale forza ha tollerato. Per amore della giustizia, per suo padre, per potere spalancare agli inquirenti le porte della sanità dove si annidano mafia e malaffare. Da oltre un anno era consapevole del clima di ostilità e delle offese che le venivano rivolte”. Quindi, trattenendo le lacrime, Manfredi Borsellino, rivolgendosi al capo della polizia Alessandro Pansa, ha concluso “Eccellenza, io dovrei chiederle di essere destinato altrove, lontano da questa terra. Ma non solo non lo chiedo, ma ribadisco con forza che ho il dovere di rimanere qui. Lo devo a mio padre, ma ora più che mai lo devo soprattutto a mia sorella Lucia”.

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