“Lucia ha portato per oltre un anno una croce – ha detto Manfredi -. Ma è rimasta assessore fino al 30 giugno perché ama a dismisura il suo lavoro, voleva davvero una sanità libera e felice. E’ rimasta per amore di giustizia, poi non ce l’ha fatta più non so con quale forza ha tollerato. Per amore della giustizia, per suo padre, per potere spalancare agli inquirenti le porte della sanità dove si annidano mafia e malaffare. Da oltre un anno era consapevole del clima di ostilità e delle offese che le venivano rivolte”. Quindi, trattenendo le lacrime, Manfredi Borsellino, rivolgendosi al capo della polizia Alessandro Pansa, ha concluso “Eccellenza, io dovrei chiederle di essere destinato altrove, lontano da questa terra. Ma non solo non lo chiedo, ma ribadisco con forza che ho il dovere di rimanere qui. Lo devo a mio padre, ma ora più che mai lo devo soprattutto a mia sorella Lucia”.