Sidney Blumenthal, un consigliere e amico di lunga data di Hillary e Bill Clinton, è stato chiamato a testimoniare davanti alla commissione speciale della Camera dei rappresentanti statunitense che sta indagando sull’attentato al consolato di Bengasi, in Libia, in cui morirono l’ambasciatore Christopher Stevens e altri tre americani. La commissione, guidata dal repubblicano Trey Gowdy, che ascolterà anche l’ex segretario di Stato, ha “una serie di domande” da porre a Blumenthal, a proposito di uno scambio di e-mail sulla Libia con Hillary Clinton. Messaggi con cui il consigliere avvertì Hillary, tra l’altro, di un piano francese appoggiato dagli alleati britannici per “dividere” la Libia. Ma chi è Blumenthal? Giornalista e consulente politico, divenne famoso per la sua fedeltà ai Clinton e gli attacchi agli avversari repubblicani per screditare le indagini sullo scandalo Lewinsky, su cui fu poi costretto a testimoniare durante l’impeachment dell’allora presidente.
Oggi, il suo nome torna alla ribalta, portando con sé nuovi, possibili problemi per la candidatura presidenziale di Hillary Clinton. Secondo le informazioni ottenute dal New York Times, Blumenthal era sul libro paga della fondazione Clinton quando era pagato anche da gruppi che sostenevano la corsa presidenziale di Hillary Clinton; allo stesso tempo, era pagato anche da uomini d’affari statunitensi desiderosi di concludere affari in Libia, per cui serviva l’approvazione del dipartimento di Stato, mentre lavorava segretamente anche come consigliere sulla Libia del segretario di Stato, (sempre) Hillary Clinton. Inoltre, le informazioni che Blumenthal forniva a Clinton erano in gran parte inattendibili. Informazioni da cui emerge un intreccio di interessi che potrebbe minare la credibilità della candidatura dell’ex segretario di Stato. “Clinton avrebbe preso seriamente i consigli di Blumenthal – ha scritto il New York Times, in base al contenuto delle e-mail ottenute – inviati poi a funzionari statunitensi in Libia e a Washington, con la richiesta di ricevere una risposta. Clinton continuò a far circolare gli appunti di Blumenthal anche dopo che altri diplomatici avevano concluso che erano spesso inaffidabili”. Hillary provò anche ad assumere Blumenthal al dipartimento di Stato, ma fu bloccata dai consiglieri del presidente Barack Obama.
In una email datata 8 marzo 2012, Blumenthal riferì a Clinton anche di un presunto piano di Parigi, sostenuto da Londra, per dividere la Libia; nel messaggio sosteneva che l’intelligence francese e britannica stavano segretamente sostenendo i ribelli dell’Est della Libia perchè dessero vita a “una zona semi-autonoma” fuori dal controllo del governo. Un piano messo a punto dai consiglieri del presidente francese Nicolas Sarkozy, convinti che il nuovo governo libico non stesse “ricompensando” le imprese francesi per il ruolo svolto da Parigi nel rovesciamento di Muammar Gheddafi. Secondo quanto riportato dal Telegraph, Clinton accolse con scetticismo tale mail. Le nuove rivelazioni sollevano domande e dubbi sulla possibilità che la collaborazione di Blumenthal con Clinton possa aver in qualche modo aiutato i suoi affari privati, mentre lavorava anche per la fondazione. Secondo l’editoriale del Wall Street Journal, si rafforza così l’idea che la fondazione Clinton, già al centro di polemiche per le donazioni ricevute da governi stranieri, anche quando Hillary era al governo, non sia e non sia mai stata un’organizzazione di beneficenza, ma un veicolo creato nel 2001 da Bill e Hillary Clinton per sostenere le loro ambizioni politiche, soprattutto per lanciare l’ex segretario di Stato verso la Casa Bianca. La ‘saga Blumenthal’, ha attaccato Fox News, è un altro prodotto tangibile della fitta ragnatela di interessi pubblici, privati, politici e filantropici creati dai Clinton.