Le malattie auotoimmuni espongono di più i pazienti al Covid-19

Le malattie auotoimmuni espongono di più i pazienti al Covid-19
31 agosto 2020

Le malattie autoimmuni espongono di più i pazienti al coronavirus. E` quanto emerge da uno studio pubblicato online, sulla rivista “Clinical Rheumatology”, l`articolo “COVID-19 and rheumatic autoimmune systemic diseases: report of a large Italian patients series” che rappresenta la più ampia casistica finora pubblicata sull`infezione da Covid-19 nei pazienti con malattie autoimmuni sistemiche tanto che, secondo Springer Nature, l`articolo è stato inviato all`Organizzazione mondiale della sanità per la sua rilevanza.

Il lavoro è il risultato di uno studio multicentrico che ha coinvolto 16 differenti centri italiani sotto la direzione del professor Clodoveo Ferri dell`Università di Modena e del professor Alessandro Antonelli della Sezione dipartimentale universitaria di Medicina interna ad indirizzo immuno-endocrino dell`Aoup, che è anche anche Corresponding Author. Hanno preso parte allo studio anche il dottor Antonio Tavoni, dell`Unità operativa universitaria di Immunologia clinica dell`Aoup e la dottoressa Poupak Fallahi, della Sezione dipartimentale universitaria di Medicina preventiva.

Sono stati coinvolti 1641 pazienti con malattie autoimmuni sistemiche ed è emersa una prevalenza significativamente più alta di infezione Covid-19 nei pazienti con malattie sistemiche autoimmuni rispetto alla popolazione generale italiana, principalmente a causa della maggiore loro suscettibilità alle infezioni, favorita anche dall`esposizione al virus in strutture ad alto flusso di visitatori come gli ospedali, prima che scattassero le misure restrittive adottate a livello nazionale.

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La prevalenza di Covid-19 è inoltre risultata più elevata nei pazienti affetti da “malattie autoimmuni del tessuto connettivo”, rispetto ai pazienti con “inflammatory arthritis”, probabilmente a causa di una più profonda compromissione del sistema immunitario. Infine, l`infezione da Covid-19 è risultata più frequente nel sottogruppo di pazienti con malattie sistemiche autoimmuni non in trattamento con i farmaci anti-reumatici sintetici convenzionali (idrossilclorochina e metotrexato) che, in questi mesi di epidemia, hanno dimostrato una funzione protettiva dalle forme più dannose di Covid-19.

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