Le ombre cinesi su Piazza Affari, bruciati i progressi di un anno
Piazza Affari ieri ha archiviato la seduta con un ribasso dell’indice Ftse Mib a quota 20.187 (-1,23%) ma nel corso delle contrattazioni la flessione aveva superato anche i tre punti percentuali. A fine giornata il listino milanese limita i danni ma torna a gravitare su livelli che non si vedevano dal 20-21 gennaio del 2015. In pratica, nelle prime quattro sedute del nuovo anno, il mercato ha bruciato gran parte dei progressi conseguiti l’anno precedente. Ha pesato, non solo su Milano ma anche sulle altre Borse europee e statunitensi, il crollo dei mercati azionari cinesi e la svalutazione dello yuan, fatti che pongono seri interrogativi sulla dinamica della crescita economica globale. In deciso aumento la volatilità con l’indice Vixsalito del 12% a quota 23 punti, si tratta del massimo degli ultimi 30 giorni, sebbene ancora distante da quota 40 punti toccata lo scorso agosto sempre in relazione alle turbolenze dei mercati finanziari e valutari cinesi. Tra i 40 big del listino milanese, per i cementieri ha pagato pegno Buzzi -3,99%, per il risparmio gestito Anima -3,78%, per il settore automotiveFerrari -3,42% e Fca -3,28%, tra le banche Mps -3,10% sempre a ridosso dei minimi storici. Dal lato dei rialzi hanno brillato Ferragamo +2,48%, Yoox +2,08% e A2a +0,98%. Sul mercato dei titoli di Stato dell’Eurozona lo spread Btp-Bund si è leggermente allargato sopra la soglia dei 100 punti.