Le piazze contro la manovra. Cgil e Uil: “Non ci fermiamo”

A Torino, alcuni manifestanti hanno bruciato foto della Meloni e di Salvini VIDEO

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Un pezzo d’Italia si è fermato. Ieri migliaia di persone sono scese in piazza in tutta la penisola per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. Da Nord a Sud, 43 piazze hanno visto lavoratori, pensionati, giovani e famiglie unirsi contro la manovra le politiche economiche del governo. Per le due confederazioni, alla manifestazione hanno partecipato oltre 500mila persone.

Dietro questa mobilitazione non c’è solo un “no” alla manovra del Governo, ma un grido d’aiuto per un’Italia che si sente sempre più trascurata ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, dal palco di Bologna. “Vogliamo rivoltare questo Paese come un guanto”, ha aggiunto.

Precettazioni e polemiche

Lo sciopero non è stato privo di ostacoli. A seguito della precettazione imposta dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, la durata della protesta nei trasporti è stata ridotta a quattro ore: bus, tram e metro si sono fermati dalle 9 alle 13; aerei e controllori di volo dalle 10 alle 14. Questa decisione ha acceso il dibattito.

Landini ha accusato il Governo di voler mettere in discussione il diritto di sciopero: “Le piazze non si precettano. Questo è un tentativo di svolta autoritaria”. Sulla stessa linea Pierpaolo Bombardieri, segretario della UIL, che da Napoli ha replicato a chi ha criticato la mobilitazione: “Le piazze piene sono la migliore risposta a chi ha cercato di criminalizzare una giornata democratica”.

Il ruolo dei sindacati e le divisioni interne

Non tutti i sindacati hanno aderito. La Cisl, fedele alla sua linea dialogante, ha scelto di non scioperare, preferendo la strada del confronto con il Governo. Questa decisione ha sollevato critiche. “I sindacati seri non stanno nei salotti”, ha tuonato Bombardieri, in un riferimento implicito alla Cisl. Landini, invece, ha sottolineato che lo sciopero non era solo per i lavoratori iscritti ai sindacati: “Stiamo scioperando per tutti, anche per chi non ha aderito. Questo Governo sta lavorando per dividere il mondo del lavoro”.

Bruciate foto di Meloni e Salvini

Il Governo, dal canto suo, non ha risparmiato critiche. Salvini ha definito lo sciopero una “protesta politica” e ha ribadito che la manovra garantirà aumenti salariali a 15 milioni di lavoratori. Il ministro Zangrillo ha invece accusato Landini di irresponsabilità, sostenendo che parlare di “rivolta sociale” rischia di alimentare tensioni.

Tensioni che, in effetti, si sono manifestate a Torino, dove alcuni manifestanti hanno bruciato foto della premier Giorgia Meloni e del ministro Salvini, bloccando i binari della stazione Porta Susa. Episodi che hanno aggiunto benzina sul fuoco di una giornata già carica di significato.