Le principali notizie economiche del 2015

Un anno denso sul fronte dell’economia internazionale, iniziato con il ‘bazooka’ di Mario Draghi, il quantitative easinglanciato dalla Bce, proseguito con la fase più drammatica della crisi greca e con il dieselgate che ha travolto la Volkswagen e finito con l’aumento dei tassi deciso dalla Federal Reserve per la prima volta dopo 9 anni. Il 2015 secondo il Wall Street Journal è stato anche l’anno record per le operazioni societarie con 112 fusioni per un valore complessivo di 4.300 miliardi di dollari, superiore ai 4.290 miliardi toccati nel 2007 alle soglie della crisi finanziaria. Ma il 2015 è stato importante anche per l’economia italiana con l’entrata in vigore del Jobs Act e la fine dell’articolo 18, il semestre dell’Expo e soprattutto con l’uscita del Paese dalla recessione in cui era precipatato nel 2011. Di seguito una lista di alcuni dei principali eventi economici del 2015.

 

Draghi annuncia il QE da 1.140 miliardi Mario Draghi la spunta e a gennaio annuncia che anche in Eurozona partirà un consistente Quantitative Easing, dopo quelli già avviati dalle altre principali banche centrali del mondo. L’operazione, subito ribattezzata ‘bazooka’, prevede acquisti di titoli di Stato con scadenze tra i 2 e i 20 per 1.140 miliardi in 20 mesi. Il QEnasce grazie ad un compromesso con la Germania sulla condivisione dei rischi. L’80% delle potenziali perdite sarà a carico delle banche centrali nazionali. Draghi potenzierà il programma a dicembre con una serie di misure tra cui l’ampliamento del tipo di titoli acquistabili ed estendendone la durata a marzo 2017.

 

Bufera sul franco svizzero La banca centrale svizzera decide di abbandonare la difesa della soglia minima di 1,20 nel cambio con l’euro. La soglia era stata introdotta nel 2011 dopo la corsa all’acquisto di valuta elvetica, vista come benerifugio dopo lo scoppio della crisi finanziaria. L’eccessivo apprezzamento del franco aveva convinto la Banca Nazionale Svizzera a stampare valuta per acquistare euro ogni volta che il cambio fosse sceso sotto 1,20. La decisione ha causato un tonfo dell’11% della borsa di Zurigo e un apprezzamento del franco di quasi il 30%.

 

Finisce l’era dell’articolo 18 Il Consiglio dei ministri approva i decreti attuativi del Jobs Act. Nasce il contratto a tutele crescenti, accompagnato da consistenti incentivi fiscali, e scompare per i nuovi assunti la tutela dell’articolo 18 dello Statuti dei lavoratori. Renzi definisce quella del 20 febbraio ‘una giornata storica’. I provvedimenti entrano in vigore a marzo e immediatamente si aprono polemiche con i sindacati sul reale impatto delle misure sul mercato del lavoro. Polemiche culminate a fine agosto con la pubblicazione di dati errati da parte del Ministero del Lavoro sui nuovi contratti.

 

Pirelli diventa cinese. Uno dei simboli del capitalismo italiano, fondato nel 1872 da Giovanni Battista Pirelli, finisce nelle mani del colosso chimico pubblico cinese Chemchina. L’annuncio dell’operazione arriva a fine mese e parte un complesso percorso che porterà all’opa e all’ingresso nel consiglio di amministrazione dei rappresentanti della società cinese e a RenJianxin alla presidenza.

 

Crisi Whirlpool Si apre la crisi Whirlpool, uno dei casi industriali più eclatanti dell’anno insieme a quelli della Ast di Terni, delle acciaerie di Piombino e dell’Ilva di Taranto. Vengono annunciati oltre 1.300 esuberi, poi saliti a 2.000, tra i dipendenti della ex-Indesit acquisita dalla multinazionale americana. Partono cinque mesi di trattative che porteranno a fine luglio alla firma a Palazzo Chigi di un accordo che prevede esodi incentivati ed un investimento di oltre 500 milioni.

 

L’Italia esce dalla recessione L’Istat certifica l’uscita dell’Italia dalla recessione. Il 13 maggio l’Istituto di statistica diffonde le sue stime preliminari sul Pil del primo trimestre che evidenziano una crescita dello 0,3%. Il dato segue la variazione nulla del quarto trimestre 2014 e sancisce l’uscita formale del Paese dalla recessione, la più lunga dal dopoguerra, iniziata col quarto trimestre del 2011. Apre l’Expo a Milano Apre i battenti a Milano l’Expo 2015 col tema ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’. L’esposizione, cui aderiscono 137 paesi e 4 organizzazioni intrnazionali, viene inaugurata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi il 1 maggio. Nonostante le polemiche, i ritardi nei lavori e le inchieste giudiziarie che precedono l’apertura, l’evento è un successo. Alla chiusura, il 31 ottobre, si contano oltre 22,2 milioni di visitatori.

 

Vivendi diventa il primo socio di Telecom Italia A fine mese il gruppo francese guidato da Vincent Bolloré annuncia di aver acquisito il 14,9% di Telecom Italia. Le azioni arrivano a Vivendi nell’ambito di una complessa operazione con Telefonica legata alle partecipazioni in Gvt e Telefonica Brasil. Bolloré aumenterà ancora la sua quota prima al 15,48% a settembre e poi fino a circa il 20% annunciato ad ottobre. nell’azionariato di Telecom Italia entra anche l’imprenditore monegasco Xavier Niel che con una serie di operazioni su opzioni e derivati arriva a detenere una partecipazione potenziale del 15%

 

Chiusura delle banche in Grecia La crisi greca arriva al suo culmine. Il governo Tzipras convoca per il 5 luglio un referendum sul piano di austerity e contestualmente la Banca Centrale Europea chiude i rubinetti dei fondi di emergenza che tengono in piedi gli istituti bancari del Paese. Il governo di Atene decide la chiusura delle banche e una serie di misure per il controllo dei capitali, oltre ad un limite giornaliero di 60 euro per i prelievi al bancomat. Le banche resteranno chiuse per tre settimane fino allo sblocco di un prestito ponte da 7,16 miliardi di euro.

 

Svalutazione dello Yuan e crollo della borsa di Shangai Le autorità cinesi intervengono a sorpresa l’11 agosto avviando la più grande svalutazione dello yuan degli ultimi vent’anni. La mossa è seguita da altri due interventi nel giro di 72 ore che tagliano di oltre il 4,6% il valore della valuta rispetto al dollaro. L’intervento della banca centrale cinese innesca forti dubbi sulla tenuta dell’economia nazionale e innesca una brusca caduta delle piazze finanziarie di tutto il mondo. Pochi giorni dopo crolla la borsa di Shangai che in poche sedute annulla tutti guadagni del 2015.

 

Volkswagen travolta dal dieselgate L’Environmental Protection Agency americana accusa formalmente la Volkswagen di aver truccato con un software le emissioni dei suoi veicoli a gasolio. Il sistema, installato su circa 11 milioni di vetture equipaggiate col motore EA189, alterava le emissioni inquinanti durante i test ambientali. Scoppia uno scandalo di proporzioni mondiali che macchia la reputazione del marchio e porta alle dimissioni dell’amministratore delegato MartinWinterkom sostituito dal numero uno di Posche, Matthias Mueller).

 

Parte la privatizzazione di Poste Italiane Il governo mette sul mercato il 40% del capitale di Poste Italiane. L’operazione di conclude con un incasso di 3,4 miliardi di euro e una domanda superiore di tre volte rispetto ai titoli disponibili. Il 70% dell’offerta va a investitori istituzionali, oltre il 90% a fondi esteri, il resto ai risparmiatori e ai dipendenti. Ferrari debutta aWall Street Il Cavallino rampante sbarca a Wall Street con una delle Ipo più attese dell’anno, dopo lo scorporo della società da Fca. I titoli vanno letteralmente a ruba e il prezzo di collocamento finisce nella parte più alta della forchetta a 52 dollari per azione. In borsa va il 10% del capitale che frutta a Fca circa 1 miliardo. Il 10% resta in mano a Piero Ferrari mentre il restante 80% è destinato agli azionisti Fca. L’operazione valuta la società di Maranello poco meno di 9 miliardi di euro. Maxi fusione tra Anheuser-Busch e SABMiller Anheuser-Busch e SABMiller annunciano una fusione da oltre 100 miliardi di dollari. L’operazione si concretizza dopo una trattativa estenuante e dopo tre precedenti offerte tutte repinte dal board diSABMiller. I due principali produttori di birra al mondo mettono a segno la seconda più grande fusione al mondo che coinvolge alcuni dei marchi più conosciuti al mondo, tra i quali la Peroni.

 

Decreto salva-banche Il governo approva il piano salva-banche Il piano punta a scongiurare il fallimento di quattro istituti: Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara e CariChieti. Si attiva il fondo di risoluzione con 3,6 miliardi garantiti dagli altri istituti per tutelare i correntisti delle banche. Ma molti di loro, circa 140.000, sono anche azionisti o sottoscrittori di obbligazioni subordinate e perdono tutto. Si sollevano un mare di polemiche contro gli organismi di vigilanza e migliaia di azioni legali. Fusione Pfizer -Allergan. Viagra e Botox insieme. Pfizer, produttore del Viagra, e Allergan, produttore del Botox, annunciano la più grande fusione della storia nel settore farmaceutico e la seconda di sempre. L’operazione, da 160 miliardi di dollari, è la più importante dopo quella record da 164 miliardi tra AOL e Time Warner nel 1999. Privatizzazione delle poste giapponesi Si chiude la più grande Ipo dell’anno, quella della holding e delle divisioni finanziare di Japan Post. L’operazione è un grande successo con una domanda superiore di cinque volte i titoli disponibili. Sul mercato finiscono il 10% di Japan Post Holdings e quote analoghe di JapanPost Bank e Japan Post con un incasso di circa 12 miliardi di dollari. Le poste sono una delle istituzioni più amate dai giapponesi anche perché sono ancora il principale gestore di risparmio nazionale. Con 1.500 miliardi di euro dei suoi correntisti Japan Post è infatti la più grande banca del mondo per depositi.

 

La Fed torna ad alzare i tassi dopo 9 anni La Federal Reserve finalmente si muove e a dicembre decide di tornare dopo nove anni ad alzare i tassi interesse. La banca centrale Usa aumenta i tassi sui Fed Funds da un range compreso tra zero e 0,25% a una fochetta di 0,25%-0,50%. La presidente Janet Yellen commentando la decisione sottolinea che finisce ‘un periodo eccezionale’ iniziato sette anni prima dal suo predecessore Ben Bernanke che portò i Funds sostanzialmente a zero. Petrolio ai minimi da 11 anni Il 2015 è stato anche l’anno del crollo delle quotazioni del petrolio. A dicembre il Brent, greggio di riferimento europeo, ha toccato un minimo da 11 anni a questa parte appena sopra i 36 dollari mentre il barile quotato negli Stati Uniti, il Wti, è sceso ai minimi da 7 anni a 33,98 dollari. Dietro la caduta dei prezzi, iniziata a metà dell’anno scorso, una guerra commerciale avviata dai più potenti membri del cartello Opec per difendere le loro quote di mercato di fronte al boom della produzione di petrolio non convenzionale nel Nord America.

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