Le sfide di Bergoglio nel primo viaggio nella patria di Wojtyla
IL VIAGGIO I vescovi polacchi, al sinodo, hanno manifestato un certo disagio rispetto al riformismo bergogliano IL PROGRAMMA
Ha visitato il Centrafrica nonostante i militari francesi glielo sconsigliassero, ha girato in lungo e in largo il Messico tra la diffidenza del governo Enrique Pena Nieto il malumore dei narcos e le critiche di Donald Trump, è andato al Congresso degli Stati Uniti a chiedere accoglienza ai migranti e abolizione della pena di morte, in tre anni di pontificato ha toccato le “periferie” più problematiche del globo, da Sarajevo all`Armenia, dall`Ecuador all`Albania, dalla zona delle Filippine colpita dal tifone agli angoli più remoti di Cuba, ha sorvolato la Cina per la prima volta nella storia dei Papi e ha espresso il desiderio di visitare l`Iraq. Jorge Mario Bergoglio non si tira indietro quando viaggia all’estero, coerentemente con la sua idea missionaria di Chiesa, e un paese mitteleuropeo come la Polonia sembra, a prima vista, una meta pacifica del suo pellegrinare. Ma nella patria di Giovanni Paolo II, dove Papa Francesco si recherà per la prima volta in vita sua da mercoledì 27 a domenica 31 luglio prossimi, non è priva di sfide per il primo Pontefice latino-americano della storia. Il Papa parte alle 14 di mercoledì 27 luglio e viene accolto dal presidente Andrej Duda e dall`arcivescovo di Cracovia Stanislaw Dziwisz, segretario particolare di Karol Wojtyla, alle 16. Seguono la cerimonia di accoglienza un discorso a autorità, società civile e corpo diplomatico, nel palazzo del Wawel, l`incontro privato col presidente e, alle 18.30 nella vicina cattedrale, un incontro a porte chiuse con i vescovi. Il Papa, ha spiegato oggi padre Federico Lombardi nel suo ultimo briefing da portavoce vaticano prima di andare in pensione, “desidera fare questo incontro in forma dialogante e riservata”.
Giovedì 28 il Papa si reca in elicottero a Czestochowa, santuario mariano che ha intrecciato i suoi destini con la storia nazionale polacca, e nel pomeriggio, di ritorno a Cracovia, presiede il primo appuntamento della Giornata mondiale della gioventù (Gmg), occasione ufficiale del viaggio, giungendo peraltro a bordo di un tram elettrico con ragazzi portatori di handicap nel parco Jordan a Blonia, dove lo attendono 600mila ragazzi di tutto il mondo. La mattina di venerdì è dedicata alla visita del lager di Auschwitz e Birkenau: Papa Francesco, ha sottolineato Lombardi, non pronuncerà discorsi, rimarrà in silenzio e pregherà in privato da solo nella cella di san Massimiliano Kolbe, che qui fu ucciso. “Io – ha preannunciato lui stesso di recente – vorrei andare in quel posto di orrore senza discorsi, senza gente, soltanto i pochi necessari… Ma i giornalisti è sicuro che ci saranno! Ma senza salutare questo, questo… No, no. Da solo, entrare, pregare… E che il Signore mi dia la grazia di piangere”. Incontrerà dieci sopravvissuti alla shoah e 25 “giusti delle nazioni” tra i quali una famiglia di polacchi sterminata per aver nascosto alcuni ebrei perseguitati. Nel pomeriggio il Papa visiterà l`Ospedale Pediatrico Universitario (UCH) a Prokocim e presiederà la via crucis con i giovani nel parco di Blonia. Sabato Francesco visita il santuario della Divina Misericordia a Cracovia, fatto costruire nel luogo in cui Karol Wojtyla faceva l`operaio della Solvay e dedicato a santa Faustina Kowaslka, e lì confessa alcuni giovani e alle 10.30 dice messa per sacerdoti, religiose, religiosi, consacrati e seminaristi. Pranza con 12 giovani in Arcivescovado, due per ogni continente e due polacchi.
La sera, alle 19, arriva al Campus Misericordiae, alle 19.30 presiede una veglia di preghiera con, secondo le stime della conferenza episcopale polacca, da un milione e mezzo a un milione e 800mila giovani. Sabato e domenica sono il culmine e la conclusione della Gmg, giubileo dei giovani nel quadro dell`anno santo della misericordia. Domenica 31 luglio, ultimo giorno del viaggio, il Papa benedice due case costruire dalla Caritas polacca per i poveri e per gli anziani in difficoltà, alle 10 celebra la messa conclusiva della Gmg nel Campus Misericordiae.
Nel pomeriggio il rientro a Roma, dove il suo aereo dovrebbe atterrare per le 20.25. Nel corso del suo viaggio il Papa affronterà diverse sfide. La prima, scontata, è quella della sicurezza. Il viaggio di Francesco avviene in un frangente geopolitico drammatico, tra attentati terroristici in varie parti d`Europa e del resto del mondo, la drammatica situazione in Turchia, un`Unione europea alle prese con le imprevedibili uscita del Regno Unito (Brexit). Tensioni che, secondo il Vaticano, non dovrebbero però rifrangersi sulla visita papale. “Non ci sono preoccupazioni particolari nella Polonia per quanto riguarda la sicurezza”, ha assicurato Lombardi, in Polonia “hanno avuto recentemente vertice Nato che si svolto in modo assolutamente tranquillo” e “non risulta che si siano ritirati dei gruppi negli ultimi giorni per le preoccupazioni”.
Il clima, insomma, “è di grande normalità e tranquillità”. Una seconda sfida è rappresentata dal contesto politico polacco. Il governo, dopo il successo elettorale del partito Legge e giustizia (Prawo i Sprawiedliwosc), presieduto da Jaroslaw Kaczynski e fondato nel 2001 dallo stesso Kaczynski insieme al defunto gemello Lech, è guidato, dallo scorso novembre, da Beata Szydlo (foto). La compagine governativa conservatrice ha idee significativamente diverse da Papa Francesco in materia, ad esempio, di immigrazione. “Noi siamo sul confine orientale della Nato e dell`Unione europea e stiamo anche ospitando centinaia di migliaia di ucraini e bielorussi, la maggior parte degli ucraini stanno venendo nel nostro paese”, ha dichiarato lo scorso marzo il ministro degli Esteri, Witold Waszczykowski, dopo un incontro preparatorio in Vaticano. Ciò viene a volte dimenticato dai nostri partner occidentali. Noi non stiamo dimenticando le sfide che arrivano dal Sud, stiamo cercando di partecipare alla soluzione di questa ondata migratoria, ma ricordiamo ai nostri partner occidentali che abbiamo i nostri problemi con i migranti provenienti dall`Ucraina”. Il Papa, come è consuetudine quando è ospite di un altro paese, non entrerà certo in rotta di collisione con l`esecutivo polacco. Ma non è un segreto che la sua idea di accoglienza non abbia molte sintonie con la mainstream politica del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia), tanto da indurre un cardinale vicino al Papa, il cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn, a paventare nei mesi scorsi il risorgere di una invisibile “cortina di ferro” che marca differenze profonde sulla crisi migratoria all`interno dell`Unione europea.
Lo stesso Schoenborn, peraltro, in una intervista di questi giorni al quotidiano austriaco “Der Standard”, ha sottolineato che, rispetto alle passate ondate di migrazioni in Austria, provenienti dall`Ungheria o dalla Cecoslovacchia, oggi emerge una differenza: “Quei rifugiati erano europei, avevano più o meno la stessa cultura, molti la stessa religione. Anche l`integrazione dei bosniaci, che per lo più erano musulmani, è stata più veloce a causa della comune appartenenza culturale. Ora abbiamo a che fare con una migrazione dal Medio Oriente, dall`Africa, e in questo caso la differenza culturale e religiosa è sicuramente un fattore che crea preoccupazione». Alla veglia di preghiera della Gmg di sabato sera, peraltro, tra i tre ragazzi che porteranno la loro testimonianza c`è anche un giovane siriano di Aleppo. Sullo sfondo del viaggio del Papa in Polonia, infine, c`è il doppio sinodo sulla famiglia che si è svolto in Vaticano nel 2014 e nel 2015 e che si è concluso con l`”Amoris laetitia” di Francesco. I vescovi polacchi, al sinodo, hanno manifestato un certo disagio rispetto al riformismo bergogliano. E riserve non sono mancate anche nei confronti della sua esortazione apostolica. Il Vaticano ha giocato però d`anticipo.
Sull`Osservatore Romano il ‘wojtyliano’ Rocco Buttiglione ha difeso Papa Francesco dai ‘sapienti’ che ‘fanno fatica’ a capire il Pontefice argentino sulla questione della famiglia, e in particolare sul nodo della comunione ai divorziati risposati, ‘lo criticano, l’oppongono alla tradizione della Chiesa e in modo particolare al suo grande predecessore san Giovanni Paolo II’. Sul giornale vaticano diretto da Giovanni Maria Vian Buttiglione, filosofo e politico nonché collaboratore di Giovanni Paolo II su alcuni testi chiave del pontificato di Karol Wojtyla, sottolinea che “san Giovanni Paolo II e Papa Francesco certamente non dicono la stessa cosa ma non si contraddicono sulla teologia del matrimonio. Usano invece in modo diverso e in situazioni diverse il potere di sciogliere e di legare che Dio ha affidato al successore di Pietro”. Nel video-messaggio alla Polonia in vista del viaggio, peraltro, lo stesso Papa ha detto: ‘Ringrazio i Vescovi e i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i fedeli laici, specialmente le famiglie, alle quali porto idealmente l’Esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia. La ‘salute’ morale e spirituale di una nazione si vede dalle sue famiglie: per questo san Giovanni Paolo II aveva tanto a cuore i fidanzati, i giovani sposi e le famiglie. Continuate su questa strada!’.