L’economia europea rallenta, più vicina decisione su Qe

Audizione del presidente Mario Draghi al Parlamento Ue

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L’economia europea mostra dei segnali di rallentamento se non di frenata, e si moltiplicano le voci di chi sostiene che la Bce dovra’ tenerne conto nella prossima riunione del 13 dicembre quando si valutera’ la prevista fine del programma dell’acquisto dei titoli (Qe). E se questo dovesse comunque andare a termine come programmato, sul mercato si ipotizza che Francoforte possa varare degli strumenti piu’ specifici come una nuova edizione dei finanziamenti Tltro alle banche legati alla concessione di prestiti all’economia. Per questo la settimana che si apre domani, lunedi’, e’ cruciale per intuire l’orientamento della banca centrale.[irp]

Nella mattina di lunedi’, prima dell’audizione del presidente Mario Draghi al Parlamento Ue, verra’ diffuso l’indice di fiducia delle imprese tedesche Ifo fornendo cosi’ un tassello ulteriore delle situazione della Germania, vista in rallentamento dopo i dati sul Pil diffusi nei giorni scorsi. E venerdi’ arriveranno quelli sull’inflazione europea. Questo al metto della situazione italiana dove, accanto al confronto del governo con la Ue sulla manovra che ha provocato il balzo dello spread, tutte le principali stime segnalano una frenata del Pil nell’ultima parte dell’anno a una revisione al ribasso nel 2019. La crescita stessa dello spread peraltro potrebbe essere un ulteriore peso alla crescita economica attraverso il canale di trasmissione delle banche. La Bce quindi il 13 dicembre dovra’ aggiornare le sue previsioni per l’eurozona su Pil e crescita.[irp]

E lo stesso Draghi ha in qualche modo segnalato come l’inflazione, che si muove ancora all’1% non convince e si valutera’ nella riunione il da farsi, anche nell’ambito di un clima costellato da incertezze numerose, non solo dovute all’Italia ma ad altri fattori esterni come la Brexit e la guerra dei dazi fra Usa e Cina. Certo Draghi ha ammonito i governi (chiaramente quello italiano) a non rendersi vulnerabili a tali shock ‘importati’ sfidando le regole Ue ma ha in qualche modo aperto uno spiraglio su nuove misure. Per il mercato queste potrebbero essere incentrate sostanzialmente su un nuovo piano di Tltro che sostituisca i prestiti in scadenza a partire dal 2020. Una data che alcuni componenti del consiglio Bce hanno segnalato come foriere di possibili tensioni. E la decisione sarebbe una boccata d’ossigeno specie per gli istituti di credito italiani che hanno largamente attinto a questa misura e che devono confrontarsi nei prossimi mesi con un rialzo del costo della raccolta e una difficolta’ di accesso ai mercati.