Matteo Renzi ci prova a rimanere dietro le quinte dell’agone politico. Ma con scarsi risultati. E’ bastata una intervista in cui annunciava un suo ‘tour’ di conferenze in giro per il mondo a scatenare la reazione delle opposizioni. Perche’ – spiega la pubblica accusa – se vuole stare lontano dal Parlamento “dovrebbe dimettersi” da senatore.
Una nuova vita “fuori dal giro per qualche mese” annuncia l’ex segretario Pd ribadendo la volonta’ di giocare da mediano nel partito per aiutarne la ricostruzione. Il senatore della Lega, Roberto Calderoli, legge nell’intervista di Renzi la volonta’ di disertare l’Aula di Palazzo Madama. “Matteo Renzi annuncia ha deciso di andare a fare danni altrove. Se Renzi non vuol lavorare in Senato si dimetta e non scrocchi uno stipendio che non si guadagna stando in Aula”. Immediata la risposta di Renzi per mezzo del suo staff: “Non ha mai detto che per due mesi non partecipera’ ai lavori parlamentari dove e’ stato presente a 16 voti su 16, ma che dedichera’ tutta la sua attivita’ politica a svolgere al meglio il suolo di senatore di Firenze lontano dai riflettori nazionali”.[irp]
E, perche’ non rimangano dubbi sulla volonta’ dell’ex leader dem, fonti parlamentari fanno sapere che – contrariamente a quanto filtrato in precedenza – oggi, in occasione dibattito al Senato sulla fiducia al governo Conte, Renzi interverra’ in Aula con gli esponenti dem Franco Mirabelli, Antonio Misiani, Teresa Bellanova e Andrea Marcucci. In attesa di potersi cimentare come forza di opposizione dentro le aule parlamentari, il Partito Democratico fa le prove generali mettendo sotto accusa la Flat Tax e sottolineando il divario fra le parole della campagna elettorale e quello che si preannuncia ora che Cinque Stelle e leghisti sono al governo.
L’operazione, infatti, dovrebbe tenersi in due tempi: prima l’applicazione della tassa fissa alle imprese e solo dal 2020 anche alle famiglie. Una riforma in due tempi di cui ha parlato l’economista di riferimento della Lega, Alberto Bagnai. Per il senatore e responsabile del programma Pd, Tommaso Nannicini, una Flat Tax per le imprese esiste gia’ e deriva dalle riforme Renzi su Ires e Iri. L’altro fronte dello scontro con la Lega e’ quello sui migranti.[irp]
L’omicidio del bracciante e sindacalista maliano Soumali Sako a Rosarno ha, infatti, riaperto la discussione su toni e parole utilizzati in questi anni anche dalla politica per affrontare il tema. Parole e toni ai quali, sottolineano dal Pd, fa oggi seguito un “silenzio assordante” da parte dei ministri Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Leggo tante dichiarazioni del nuovo ministro del lavoro. Su tanti argomenti. Alcune condivisibili, altre meno. Mi farebbe piacere leggerne una sul sindacalista ucciso a fucilate. Pero’ per ora non c’e’. E sono passati quasi due giorni”, scrive il presidente del Pd, Matteo Orfini su Twitter. Anche da qui passa quel processo di ricostruzione del partito dopo la sconfitta del 4 marzo e il terremoto interno che ne e’ seguito.
“Abbiamo bisogno di fare un lavoro di ricostruzione e di ripartenza, assieme a tanti. Vogliamo coinvolgere tante persone anche fuori dal Pd, che hanno voglia di dare una mano”, annuncia il segretario reggente Maurizio Martina. Si parte subito, oggi al Nazareno, con un seminario su populismi e nuove destre al quale sono stati invitati giuristi, costituzionalisti e politologi come Guido Crainz, Giuliano da Empoli, Alberto Melloni, Enrico Giovannini, Francesco Magris, il direttore de Il Mulino Mario Ricciardi, Nadia Urbinati, Luciano Violante, Fabrizio Barca, Emanuele Felice. Presenti inoltre i capigruppo dem di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, il coordinatore della segreteria Lorenzo Guerini, il responsabile esteri del Pd, Piero Fassino.[irp]