Riconosce, da economista ormai politico a pieno titolo, che “c’e’ un po’ di disaccordo sull’essere piu’ o meno aggressivi su numeri e ambizioni”. “Io vorrei fosse chiaro, se si inizia questo programma, che ci siano le risorse per poterlo effettivamente fare, e che queste risorse si debbano prendere senza aggiungere tasse”: ecco, questo, Claudio Borghi vorrebbe che “fosse scritto”, naturalmente nel Contratto di governo alla cui stesura anche oggi il deputato della Lega sta lavorando nella ‘commissione paritetica’ messa in cantiere con M5s. Al suo arrivo alla Camera per il nuovo round di incontri, allora, Borghi lascia capire un po’ meglio quali siano i punti di difficolta’. E uno e’ un tema decisivo nella campagna elettorale M5s.
A chi gli chiede, infatti, se il reddito di cittadinanza sia uno dei temi di disaccordo, l’esponente leghista dice “assolutamente no” ma aggiunge con nettezza un paletto molto preciso: “Basta che sia chiaro che ci siano le risorse per farlo, e la volonta’ di capire che queste risorse, se si tengono i vincoli attuali, specie quelli stringenti come il pareggio di bilancio, non si potranno mai trovare”. Borghi è ancora più chiaro: “Al momento, secondo me, la nostra economia ha bisogno di piu’ denaro nelle tasche degli italiani ma se ti dicono che lo devi togliere, vedi caso Monti, non si va da nessuna parte”.
Claudio Borghi, l’economista della Lega, è tra i preferiti di Matteo Salvini per assumere il ruolo di ministro dell’Economia. Se, però, Giancarlo Giorgetti non ce la facesse a diventare premier, sarebbe il volto più spendibile per Viale XX Settembre, in qualità di economista bocconiano, uomo certamente pragmatico e rassicurante per i mercati finanziari. Intanto, dalle 10 circa hanno iniziato ad arrivare alla Camera dei deputati il tavolo sul contratto di programma tra Movimento 5 Stelle e Lega. Deputati e senatori dei due schieramenti stanno arrivando a Montecitorio alla spicciolata con la prospettiva di portare avanti il lavoro per tutto il giorno. Tra i nodi da sciogliere la giustizia, le infrastrutture e l’immigrazione.
Non si sono interrotti i contatti tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio per sciogliere i nodi in vista della formazione del governo M5s-Lega. E mentre proseguono, alla Camera, i lavori del tavolo tecnico che si occupa della stesura del ‘Contratto per il governo del cambiamento’, il segretario leghista e il capo politico M5s – viene riferito – si sono sentiti stamane al telefono ma non sarebbero previsti incontri in giornata. In mattinata diversi componenti del tavolo si dovranno assentare per seguire le audizioni di enti locali e parti sociali sul Def, a partire dal presidente della commissione Speciale di Montecitorio Nicola Molteni.