E’ tregua nella maggioranza sul referendum propositivo, senza quorum: alla fine non e’ stato presentato l’emendamento della Lega alla pdl M5s di modifica dell’articolo 71 della Costituzione in materia di iniziativa legislativa popolare: la proposta di modifica era gia’ stata scritta dal capogruppo leghista in commissione Affari Costituzionali alla Camera, Igor Iezzi, e prevedeva un quorum di validita’ del 33%. Ma stamattina – alle 10 sono scaduti i termini per la presentazione degli emendamenti – non e’ stato presentato. Anche se e’ lo stesso Iezzi a spiegare all’AGI che questa non e’ affatto una rinuncia dopo che il leader leghista, Matteo Salvini, ieri ha sostenuto la necessita’ di un quorum contro il rischio che “si alzino in 10 e decidano cosa fare”.
“La mia non e’ una rinuncia – spiega Iezzi – si tratta di una questione di metodo costruttivo. Stiamo parlando con i 5 stelle, ne continueremo a parlare nei prossimi giorni. E, anzi, io sono contento perche’ finalmente si sta parlando di questo argomento che per M5s non era neanche da affrontare”. E poi, precisa: “il tempo di presentare emendamenti c’e’ sempre, tramite il relatore o il governo”. Senza considerare, tra l’altro, che tra i 270 emendamenti presentati dall’opposizione ce ne sono molti – Pd, Leu ma anche FdI – che prevedono il quorum, dal 30 fino al 50% dei votanti perche’ il referendum sia ritenuto valido.[irp]
Ma l’abolizione del quorum e’ da sempre una battaglia pentastellata ed e’ presente anche nel Contratto gialloverde. Al capitolo 20, sotto il titolo ‘Riforme istituzionali, autonomia e democrazia diretta’, si legge tra l’altro che “e’ inoltre fondamentale potenziare un imprescindibile istituto di democrazia diretta gia’ previsto dal nostro ordinamento costituzionale: il referendum abrogativo. Per incentivare forme di partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica nazionale occorre cancellare il quorum strutturale – ovvero la necessita’ della partecipazione alla votazione della maggioranza degli aventi diritto – al fine di rendere efficace e cogente l’istituto referendario”.
Ma lo scontro tra gli alleati giallo-verdi rischia solo di essere rinviato e anche se il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, ha sostenuto che la decisione spetta al Parlamento e non al governo, secondo quanto si apprende i 5 stelle non sono cosi’ intenzionati a mollare su questo fronte. La proposta di legge M5s, relatrice la pentastellata Fabiana Dadone, prevede dunque l’introduzione del referendum propositivo. Il ministro Fraccaro spiega, sul Blog delle Stelle, che “la proposta per introdurre una forma di iniziativa legislativa rafforzata prevede che 500.000 cittadini possano elaborare un progetto di legge da sottoporre al Parlamento, che avra’ 18 mesi di tempo per esaminarlo. Le Camere potranno approvarlo oppure respingerlo, dando luogo al referendum. Potranno anche approvarlo con modifiche. Se soddisferanno i promotori questi rinunceranno alla consultazione, viceversa si terra’ un referendum su entrambi i testi”.[irp]
E, prosegue, “non si tratta di uno strumento con il quale mettere in discussione i diritti e le liberta’ dei singoli e delle minoranze. La proposta, prima di essere presentata, dev’essere infatti sottoposta alla Corte costituzionale. Non e’ nemmeno uno strumento incompatibile con le dimensioni delle democrazie moderne. La riforma – spiega – introduce un nuovo tipo di referendum che da’ voce alla rinnovata volonta’ di partecipazione attiva”. L’esame del provvedimento targato M5s iniziera’ mercoledi’ prossimo in prima Commissione alla Camera mentre approdera’ in aula a Montecitorio il mercoledi’ successivo, il 16 gennaio.