La Lega rompe con Forza Italia, in Veneto salta l’alleanza alle amministrative

CENTRODESTRA SCRICCHIOLA Mina esplosiva il caso Padova, con la caduta dell’ex sindaco Bitonci dopo appena due anni di governo

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Il caso Padova, con la caduta di Massimo Bitonci dopo appena due anni di governo, segna la rottura tra la Lega e Forza Italia in vista delle prossime amministrative in primavera in Veneto. Nessuna “vendetta trasversale per le alleanze in essere”, come quella in regione a guida Luca Zaia, dice il il segretario veneto del Carroccio Giannantonio Da Re, ma la frattura non prevede eccezioni e a stabilirlo è il direttivo veneto riunito in serata nella sede di Noventa Padovana. “Il direttivo all’unanimità – spiega Da Re – ha deciso che per le prossime elezioni la Lega Nord non correrà con Forza Italia. E questo sia per i comuni sopra che sotto i 15mila abitanti”.

E sul piatto, oltre a Padova, c’è un capoluogo dove il Carroccio vorrebbe tornare a mettere il proprio vessillo dopo la frattura con l’attuale sindaco Flavio Tosi, che ha dato vita al movimento ‘Fare!’. Per Da Re, Padova “è una linea di demarcazione visto che è chiaro che si tratta di un affronto al sindaco più importante che la Lega aveva”. Un “affronto” consumato, dopo settimane di polemiche, nella tarda serata di venerdì scorso quando 17 consiglieri su 32, compresi esponenti di FI in maggioranza, si sono dimessi aprendo formalmente la crisi. Ad aprire la linea del fuoco è il segretario del Carroccio Matteo Salvini ma è in serata che in terra veneta si definisce la “linea ufficiale”. Sono stati dei “poltronari, venduti, traditori, voltagabbana, squallidi, avvoltoi” a far cadere la giunta Bitonci, ha detto Salvini, imputando loro di aver fatto “perdere mesi di buona amministrazione ai padovani che a primavera rieleggeranno Bitonci”. Una candidatura formalizzata dal direttivo. “Il nostro candidato unico è Bitonci. Non ci servono le primarie, le abbiamo già fatte al nostro interno”, sottolinea Da Re. “Noi – chiosa – faremo alleanze con uomini di buona volontà a patto che non abbiano il simbolo di Forza Italia”. Insomma, mentre il prefetto ha nominato il commissario per traghettare il comune fino alle elezioni, in casa veneta si apre la frattura tra due realtà i cui rapporti paiono scricchiolare anche a livello nazionale.