“Anche al governo c’era qualcuno che ci credeva di piu’ e qualcuno che ci credeva di meno. Pero’ l’importante e’ il risultato”. Salvini non affonda il colpo contro il Movimento 5 stelle ma nella Lega si ricorda come sia stato il partito di via Bellerio – e in primis Giorgetti – ad essersi intestato la partita sulle Olimpiadi. “Il governo, fortunatamente, con un po’ di fatica, e’ arrivato” a rispondere alle esigenze dei territori, ha sottolineato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. “Ha avuto anche difficolta’ nel suo Governo ma ha saputo trovare la soluzione”, ha spiegato il presidente del Coni, Malago’, che sara’ presidente del Comitato Organizzatore di Milano-Cortina. Non e’ solo il Pd a rimarcare come sia la sindaca di Roma, Raggi, sia la prima cittadina di Torino, Appendino abbiano perso una grande occasione.
Ma M5s con Di Maio e i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Buffagni e Valente, hanno rimarcato l’importanza del semaforo verde a Milano e Cortina: “Oggi (ieri, ndr) – ha detto il vicepremier M5s – ha vinto lo sport, la sua purezza e l’entusiasmo di un intero Paese, lontano da ogni logica di potere, lontano da ogni interesse”. “Ha vinto un intero Paese che ha lavorato unito e compatto con l’ambizione di realizzare e offrire al mondo un evento sportivo memorabile”, il commento del presidente del Consiglio Conte. Ora la Lega mira a trasformare la vittoria dell’Italia sulla Svezia per i giochi invernali del 2026 in un esempio della necessita’ di avere coraggio. Coraggio sulla flat tax e sull’autonomia innanzitutto. Il ministro dell’Interno spinge sui dossier sul tavolo. Puntando ad anticipare la manovra, cerca di forzare la mano e di spedire un messaggio anche a Bruxelles: la flat tax si deve fare, la Ue se ne faccia una ragione.
“Ci dica dove trovare i soldi, non giochi a nascondino”, la tesi del Capo politico M5s, “non vorrei che si voglia togliere qualcosa agli italiani”. “Noi abbiamo le idee chiare, vedremo gli altri”, afferma il viceministro dell’Economia, Garavaglia che ha frenato allo stesso tempo sul salario minimo. Ma in entrambi i partiti della maggioranza c’e’ fibrillazione interna. Nella Lega e’ botta e risposta sui ‘minibot’. Il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Borghi, e’ tornato a dire che Giorgetti non ha bocciato il suo piano. Ma il sottosegretario anche oggi e’ tornato sull’argomento: “Gli ho consigliato di puntarli sulla Svezia…”. Polemiche? “La posizione della Lega e del governo e’ nel contratto – ha tagliato corto Salvini -. E’ evidente che pagare i debiti con le imprese e con le famiglie e’ una priorita’ per il mio Movimento. Sul come farlo il dibattito e’ aperto, l’importante e’ farlo”. Nel Movimento 5 stelle, invece, aumenta l’irritazione nei confronti di Di Battista. Sotto traccia sempre piu’ numerose le battute al veleno per il pentastellato: “Sta cercando solo casa. Cosi’ terremota il Movimento, non solo il governo”, la tesi dei fedelissimi del Capo politico M5s.
Tuttavia al Senato, dopo il nuovo scontro che ha visto per protagonista la ‘dissidente’ Nugnes, cresce il malessere per la linea del Movimento. “Cosi’ – osserva un altro dei malpancisti – rischiamo di consumarci, di farci dettare l’agenda. Innanzitutto bisogna accelerare sulla riorganizzazione e sulla distribuzione dei ruoli”. Un gruppo M5s vede come fumo negli occhi l’iter sull’autonomia. Argomento che sara’ al centro del vertice tra Conte e i vicepremier domani sera. Non e’ detto che il ‘dossier’ vada sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri ma nella sede del governo si studieranno tutte le tappe, a partire da un passaggio previsto in Parlamento. Il premier che giovedi’ partira’ per il G20 (ha in programma anche un bilaterale con il presidente Trump, oltre che con India e Egitto), vuole in ogni caso sminare prima il campo sulla procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per disavanzo eccessivo.
Il tentativo e’ quello di scongiurare in un confronto con la ue l’avvio dell’iter e di evitare che l’Italia finisca nel mirino della Commissione per i prossimi sei mesi. Ma Salvini non intende deragliare dalla ‘mission’ della Lega di tagliare le tasse. Sullo sfondo lo scontro sull’Ex Ilva. “Sullo stop all’immunita’ penale non cambiamo idea”, la posizione m5s mentre la Lega ha presentato un ordine del giorno sul tema ed e’ pronta ad addossare le colpe di un cortocircuito sui pentastellati. E si delinea un altro braccio di ferro sulla Tav, con la Francia che chiede al governo chiarimenti entro luglio. Entro fine giugno inoltre M5s e Lega dovranno trovare la quadra per i nuovi vertici di Agcom e garante della Privacy. Sul primo organismo il Carroccio punta su Zeno Zencovich, sul secondo M5s potrebbe proporre Busia, attuale segretario del garante per la Privacy. Ma sulla Privacy sono in tanti ad aver avanzato la propria candidatura: il centrodestra potrebbe spingere l’azzurro Costa, il Pd Manconi.