La maggioranza resta divisa sul terzo mandato ma evita la conta e la spaccatura sull`emendamento della Lega prima del voto per le Regionali in Sardegna. D`altronde domani i leader del centrodestra saliranno insieme sul palco di Cagliari, in sostegno al candidato presidente Paolo Truzzu, voluto dalla premier Giorgia Meloni a tutti i costi. Dividersi il giorno seguente – giovedì come inizialmente ipotizzato – in Senato sulla proposta del Carroccio non avrebbe fatto bene alla coalizione a ridosso di una tornata elettorale che rappresenta un test per la presidente del Consiglio anche in vista della cavalcata verso le Europee di giugno. Dunque il nodo resta, la Lega per ora non sembra intenzionata a ritirare la proposta di modifica. Ma il redde rationem è rinviato alla prossima settimana. L`espediente è parlamentare, i pareri della commissione Bilancio sugli emendamenti al decreto elezioni sono in ritardo, quindi slitta tutto.
Lo spiega al termine di una riunione di maggioranza il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Alberto Balboni (Fdi), che restituisce “senza drammi” la fotografia di una maggioranza dove “restano diversità di opinioni” con il parere di Forza Italia, Noi Moderati e del partito della premier Giorgia Meloni “prevalente” rispetto a quello della Lega. Fotografia di fronte alla quale il governo non prende posizione, rimette il parere alla commissione. Mentre Balboni, che avrebbe potuto risolvere la questione dichiarando inammissibile l`emendamento del Carroccio che chiede che i presidenti di regione possano governare oltre i due mandati (“qualche criticità, qualche appiglio e anche sollecitazioni da più parti” c’erano, ammette), l`ha dichiarato ammissibile. “È una questione di rilievo politico ed è giusto che la politica si assuma la responsabilità di dare una risposta”, spiega.
Matteo Salvini va ripetendo che il tema non gli toglie il sonno, che il centrodestra non si dividerà e non litigherà su questo e che se ne occuperà il Parlamento. Ma se i vertici non troveranno una sintesi, magari parlandosi in occasione dell`evento di domani insieme a Cagliari, se la Lega non decidesse un passo indietro e se quindi davvero si dovesse arrivare a un voto in commissione la settimana prossima, la bocciatura dell`emendamento leghista è assicurata. Anche perché non ci sarà alcuna sponda delle opposizioni: M5s ha fatto del limite dei due mandati il suo vanto, il Pd, che pure dibatte sulla questione coi sindaci che premono per il terzo mandato, non sarebbe determinante nella votazione, come ha fatto notare il presidente dei senatori dem Francesco Boccia più volte.
E una volta bocciato diventerebbe più complicato riproporre la questione in un`altra sede, più avanti, circostanza che vedrebbe anche Fdi meglio disposta. Ad esempio sfruttando il binario della proposta di legge presentata dal deputato della Lega Alberto Stefani alla Camera proprio sul terzo mandato. “I cittadini – racconta Luca Zaia, il governatore leghista del Veneto, che non vuole sentirsi dire che l’emendamento è cucito addosso al suo caso – mi fermano e mi chiedono il mandato. Vorrà dire che chi vota contro non condivide la visione dei cittadini”. Insomma, resta il muro contro muro tra Fdi e Fi da un lato e Lega dall’altro. Anche se il capogruppo di Fi, Maurizio Gasparri, ci tiene a precisare: “Non c’è nessuno scontro e nessuna tensione all’interno della maggioranza”. Lo dice anche riferendosi a un`altra riunione di centrodestra che si è svolta sempre oggi, alla Camera, sulle elezioni amministrative “per un aggiornamento sulle candidature riguardanti diversi comuni”.
Tra i nodi da sciogliere quello della candidatura a presidente della Regione Basilicata, che Forza Italia rivendica (“Bardi è il miglior candidato”, ha ribadito Tajani), ma anche per la corsa a sindaco di grandi città come Cagliari, Bari e Firenze. Proprio il candidato del centrodestra a Cagliari, il successore di Truzzu, potrebbe essere lasciato alla Lega come compensazione per aver `digerito` la rinuncia alla riconferma del governatore sardo uscente Christian Solinas. Ma anche quella questione è aperta. Con questi nodi sul tavolo, domani Tajani, Salvini, Lupi e Meloni voleranno tutti insieme sull`isola.
Per la premier si tratterà dell`unica comparsa a sostegno di un candidato imposto agli alleati facendo valere i nuovi rapporti di forza nella coalizione. E mentre la presidente del Consiglio rientrerà a Roma, l`agenda del leader della Lega è fitta di appuntamenti sardi fino a venerdì. E sì che gli impegni di una premier sono imparagonabili ma il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, non mancava di farglielo notare qualche giorno fa: “Matteo va in continuazione sull’isola, alla fine saranno sette volte, mentre la Meloni andrà lì per due ore al massimo. Ha impegni istituzionali? Anche Salvini. Nemmeno i suoi ministri, a parte poche eccezioni, si stanno facendo vedere. La verità è che prima ci hanno imposto il candidato e poi la campagna elettorale gliela stiamo facendo noi”.