“Escludo in modo assoluto che ci siano stati rapporti amicali tra Rocco Dominello e il presidente della Juventus, non ho trovato nulla di questo tipo nelle carte, il presidente lo ha escluso pubblicamente. C’è solo una dichiarazione di Dominello che parla di un incontro a cui il presidente sarebbe stato presente”. Lo ha detto l’avvocato della Juve, Luigi Chiappero, davanti alla Commissione Antimafia nel prosieguo dell’audizione cominciata la scorsa settimana. “Io credo che l’intercettazione di agosto 2016, dove chiedevamo al presidente della Juventus di ricordare se per caso c’era stato questo incontro e l’esclusione di quel ricordo, dà il senso complessivo di quella telefonata e altri riferimenti non ci sono nel processo né nella vita”. Secondo l’avvocato Chiappero “Rocco Dominello è stato intercettato per due anni e mezzo e non c’è una sola telefonata riferibile ad Agnelli. Questo è quello che più ci spiace del capo di incolpazione”. Chiappero ribadisce: “Non ci sono telefonate dirette” tra Dominello e Agnelli “e in quelle indirette tra il presidente e D’Angelo si parla di Rocco come di un tifoso di un ultrà: Agnelli non conosceva Rocco né sapeva chi fosse. Se per caso lo conosceva, lo conosceva come tifoso e referente di una curva”.
Una tesi cominque contestata dalla Bindi: “Lei, avvocato, continua a dire che non ci sono stati rapporti ma da alcune intercettazioni emerge il contrario”. Chiappero ha comunque ammesso che la Juve ha “sbagliato sotto il profilo del numero dei posti riservati e pagati ma non accettiamo che all’interno del capo di incolpazione c’è l’affermazione di aver utilizzato una persona che è quel Rocco Dominello di cui il Presidente non si è mai occupato. Questa persona è arrivata a noi insieme a un signore che si chiama Fabio Germani”. Alla luce di questa esperienza “che ci ha sconvolto” “la prossima volta “prenderemo carta e penna e scriveremo alla Procura della Repubblica, ci si muoverà immediatamente”. “Siamo stati sicuramente fuorviati dal fatto che Rocco Dominello aveva dei modi urbani, era di più facile interlocuzione. È qualcosa di diverso dalla mafia silente, non appariva in questi termini, tutto appariva mescolato dal tifo, tutti lo riconoscevano per tifoso juventino e lui si presentava come tale; il tifo confonde”. Sulla lotta al bagarinaggio chiosa: “C’è un solo modo per evitare il favorire del bagarinaggio, è quello che stiamo facendo per la Champions League: non si può fare il “cambio nome”. La Juve ci tiene a sottovalutare che non sottovaluta il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel mondo del calcio “ma quando ne siamo venuti a conoscenza abbiamo preso provvedimenti”