D’altro canto, Renzi ha deciso di aprire ad un confronto su questo tema e si sta valutando se mettere nero su bianco questo ragionamento: un testo che, pur ribadendo la bontà dell’Italicum, impegnerebbe poi il Parlamento, alla luce delle tante richieste di rivedere la legge elettorale, ad aprire un confronto, magari ribadendo il paletto della governabilità come condizione imprescindibile. Il ragionamento viene fatto soprattutto tra i renziani, e si valutano pro e contro di un’iniziativa del genere. Da un lato, infatti, un documento del genere potrebbe certificare che, allo stato, solo il Pd è disponibile a ragionare sull’argomento. Verrebbe, quindi, tolto di mezzo uno degli argomenti della minoranza Pd, che accusa Renzi di non voler fare sul serio. Renzi, però, non vuole sconfessare la legge sulla quale ha chiesto la fiducia, bisognerebbe muoversi su un crinale stretto per ribadire la bontà dell’Italicum e chiedere al tempo stesso al Parlamento di rimettersi intorno ad un tavolo per valutare eventuali modifiche. “Si vedrà nei prossimi giorni – spiega un dirigente Pd – sarà alla fine Renzi a decidere, dovremo fare il punto con lui”. Intanto, la minoranza bersaniana affila le armi e ieri sera si è riunita alla Camera. Roberto Speranza, dal canto suo, continua a ripetere: “Ad oggi, dopo il discorso del segretario nazionale a Catania, il mio voto al referendum è no. Se dovessero arrivare fatti concreti nelle prossime ore capaci di cambiare l’equilibrio riforma costituzionale-legge elettorale sarò ben contento di valutarli”.