Legge elettorale da approvare per decreto? Carta non ne parla ma legge dice no
IL DIBATTITO Intanto si aspetta la pronuncia della Corte costituzionale che si riunira’ il 24 gennaio
Legge elettorale da approvare per decreto? E’ l’ipotesi, circolata nuovamente in queste ore, che ha attirato l’attenzione di politici ed esperti. Su questa materia e’ vietato: ha detto a chiare lettere stamattina il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta. Inaccettabile qualsiasi decreto sulla legge per il voto, le regole del gioco vanno scritte insieme: e’ stato il giudizio politico del presidente dei deputati di Sinistra Italiana, Arturo Scotto, mentre la Lega insiste sul Mattarellum, in attesa della Consulta. Allo stato, il riferimento e’ alla legge 23 agosto 400 del 1988 che disciplina dell’attivita’ di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri. Questa, all’articolo 15, sui decreti legge, fra l’altro prescrive: il Governo non puo’ provvedere nelle materie indicate nell’articolo 72, quarto comma, della Costituzione.
LA CARTA E l’articolo 72 quarto comma stabilisce che la procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera e’ sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi. C’e’ chi osserva, tuttavia, che sul divieto di procedere con dl sulla legge elettorale non vi sia alcun esplicito fondamento costituzionale, perche’ la nostra Carta, gerarchicamente superiore alle leggi ordinarie, non lo vieta esplicitamente. Pero’, spiegano ancora esperti di diritto, non va dimenticato che la giurisprudenza da’ valore sostanzialmente costituzionale alle leggi elettorali. Ma c’e’ anche chi osserva che i decreti, lo stabilisce la Costituzione, possono essere adottati solo in casi straordinari di necessita’ e urgenza.
LA CONSULTA Che sia compito del Parlamento decidere perche’ il governo, sulla legge elettorale non sara’ proponente, lo ha comunque detto chiaramente il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa di fine anno. Intanto si aspetta la pronuncia della Corte costituzionale, che si riunira’ il 24 gennaio, come invita a fare il senatore della minoranza Pd, Federico Fornaro. “In materia di leggi elettorali sarebbe saggio attendere l’imminente pronuncia della Corte Costituzionale sull’Italicum senza precostituire scenari irrealistici come il ricorso alla decretazione d’urgenza da parte del governo”, scrive e ricorda il richiamo del Capo dello Stato: “Senza cercare dannose e fuorvianti scorciatoie, bisogna, invece, percorrere con intelligenza e disponibilita’ al dialogo, la via maestra indicata dal Presidente Mattarella: approvare una nuova legge elettorale omogenea e coerente tra Camera e Senato”. “Stiamo assistendo ad un dibattito teorico molto interessante, ma privo di consistenza concreta. E’ evidente che il Parlamento verra’ chiamato ad agire e che cio’ avvera’ solo dopo la pronuncia della Corte costituzionale. Dall’altro canto il Parlamento avra’ il tempo opportuno e necessario per fare una legge elettorale il piu’ possibile condivisa, avendo come riferimento i principi che la Corte non manchera’ di sottolineare”, osserva il presidente del gruppo Misto alla Camera, Pino Pisicchio.