Legge elettorale, in aula Camera a settembre solo dopo ok commissione
La riforma della legge elettorale resta nel calendario dell’aula di Montecitorio per fine mese ma solo dopo l’ok in commissione Affari costituzionali. E’ quanto emerge dalla conferenza dei capigruppo della Camera, dove la maggiorparte dei partiti tra cui Fi, Lega e Pd hanno condiviso la richiesta di provare a portare in aula un testo. Quale testo è ancora tutto da vedere, spiegano. Secondo Ignazio La Russa, ad esempio, “si ripartirà dal Rosatellum perchè è quello il testo che fu portato in Aula”. In ogni caso, ammette ancora l’esponente di Fratelli d’Italia, la conferma di questo calendario “è solo una moral suasion” perchè la formula “ove concluso l’esame in commissione” vuol dire che è indispensabile che la Prima commissione licenzi un testo e al momento un’intesa politica è ancora lontana. “La Conferenza dei Capigruppo della Camera – nel riconfermare oggi la comune volontà di procedere secondo il monito del Capo dello Stato – ha preso atto di un problema politico-istituzionale che non può essere eluso: il ripristino del particolare sistema elettorale fondato sui collegi uninominali previsto per le Province di Trento e Bolzano e cancellato con il voto segreto del giugno scorso. Al di là di ogni altra considerazione sull’impianto del sistema elettorale – noi rimaniamo contrari al modello impropriamente chiamato ‘tedesco’ portato in aula a giugno – importante è che sia risultato chiaro questo aspetto e che esso venga considerato comunque un punto fermo”. Lo ha dichiarato Lorenzo Dellai, presidente del Gruppo Parlamentare ‘Democrazia Solidale-Centro Democratico’ alla Camera.